Formazione

Tre ragazzi e un’auto, il sogno dell’Exporteam

di Roberto Brambilla

Londra-Ulan Bator, Mongolia. Un rally per aiutare gli altri. E’ la sfida che intraprenderanno a luglio 2013 tre studenti milanesi Tommaso Raco, Giorgio Galli e Giorgio Gambarini. “L’idea di partecipare al Mongolia Charity Rally – spiega Tommaso, classe 1991, al terzo anno di giurisprudenza – ci è venuta ascoltando le storie di alcuni amici che hanno partecipato nel 2009. Da desiderio, dopo l’estate 2012 è diventato un progetto”. Una corsa, che per i ragazzi probabilmente inizierà da Milano, in cui non c’è una classifica, ma in cui l’importante è arrivare. “Il rally, organizzato dall’ong inglese Go Help – racconta Tommaso – ha lo scopo di raccogliere fondi per le attività dell’associazione che si occupa di favorire l’accesso alla sanità e all’istruzione in Asia Centrale e una volta tagliato il traguardo l’auto utilizzata per il rally diventerà un veicolo medico”.

Help! – Un’impresa, quella dell’Exporteam, così hanno chiamato i ragazzi la loro squadra, che è ancora tutta in divenire. “Ci manca ancora la macchina, anche se alcune case di produzione si sono interessate alla nostra avventura – racconta Tommaso – e mancano gli sponsor per poter coprire le spese”. “Per ora – prosegue lo studente di giurisprudenza – con un paio di eventi, come serate con musica, ci siamo pagati la prima parte dell’iscrizione al rally, circa 600 euro, adesso dobbiamo saldare i 1800 euro della seconda parte che andranno a Go Help”. In più c’è da pensare anche alle altre spese come la benzina e le assicurazioni. Più o meno 17mila euro, secondo le previsioni dei ragazzi.

Rugby e motori – Ma il loro sogno va oltre. “Se dovessimo risparmiare qualcosa alla fine del viaggio vorremmo aiutare due associazioni – spiega Tommaso –  Casa Magica onlus che opera in zona Corso Sempione e a cui appartengono alcuni degli amici che ci hanno “convinto” a partire, organizzando un doposcuola e attività per ragazzi con famiglie problematiche e Progetto Sorriso nel Mondo che aiuta nel Paesi in via di sviluppo le persone con malformazioni cranio-facciali”. “Per noi non è un modo di farci pagare una vacanza” dice Tommaso. “Il rally per noi vuole essere un viaggio culturale e di contatto”. Un’avventura dalla forma ovale, come la palla da rugby il gioco che i ragazzi, in collaborazione con Asr Rugby Milano in cui i due Giorgio militano, vorrebbero insegnare ai bambini dei luoghi che attraverseranno. “Ci stiamo mettendo disposizione delle scuole e dei comuni di Milano e dintorni per fare delle lezioni di minirugby – conclude – con cui raccogliere donazioni per comprare palloni, magliette e materiale da regalare ai bimbi con cui giocheremo on the road”.

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