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Tre proposte in Senato per riformare i patronati
Le hanno presentate la Lega, Ccd e An. Mirano a ridimensionare il ruolo dei sindacati nazionali. E ad aprire i servizi a tutti i lavoratori
di Redazione
Senato: tre disegni di legge sugli istituti di patronato e di assistenza sociale, presentati rispettivamente da Donato Manfroi e altri due senatori della Lega Nord (n. 2940 dell?11 dicembre ’97), da Riccardo Minardo del CCD (n. 2950 del 16 dicembre ?97) e da Michele Bonatesta e altri tre senatori di Alleanza Nazionale (n 2957 del 16 dicembre ?97), devono ancora essere assegnati alla commissione di merito.
Incentivare la nascita di nuovi istituti di patronato che corrispondano alle esigenze di una società in continua evoluzione. Questo il contenuto del disegno di legge sulla riforma degli istituti di patronato, presentato lo scorso 11 dicembre da Donato Manfroi e da altri due senatori della Lega Nord. Il provvedimento, visto il ruolo prezioso che questi istituti ricoprono in attività di supporto dei diritti dei lavoratori, dei disoccupati e delle categorie meno istruite, propone di rimuovere il limite che riserva la possibilità di promuovere istituti di patronato alle sole associazioni sindacali che operano su scala nazionale, favorendo la formazione di nuovi istituti. Diversa è l?iniziativa del senatore Riccardo Minardo del Ccd, contenuta nel disegno di legge sulle norme per la costituzione, il riconoscimento e la valorizzazione degli istituti di patronato e di assistenza sociale, presentato lo scorso 16 dicembre, che propone un ripensamento della funzione dei patronati. Oltre ad assicurare l?assistenza ai lavoratori, gli istituti di patronato sarebbero chiamati a esercitare la tutela dei diritti nei confronti della pubblica amministrazione e a favorire l?evoluzione dei servizi offerti in relazione alle trasformazioni del mercato del lavoro. Ancora, il disegno di legge presentato da Michele Bonatesta e altri senatori di Alleanza Nazionale, che contiene norme sugli istituti di patronato e assistenza sociale ha l?obiettivo di controbattere alla proposta del governo, che prevede requisiti restrittivi, come quelli concernenti la diffusione sul territorio, per il riconoscimento di un patronato. Una politica che minaccia la preziosa esperienza di tanti patronati già esistenti e che contrasta con il diritto di libertà di organizzazione sindacale, sancito dall?articolo 39 della Costituzione e con le recenti spinte federaliste. Il provvedimento, per venire incontro all?esigenza del governo di ridimensionare il numero di istituti di patronato, prevede la possibilità di costituire consorzi volontari permanenti. Una soluzione che potrebbe tradursi in un miglioramento dei servizi a beneficio degli utenti. Importante è anche la proposta di estendere a tutte le persone fisiche la possibilità di usufruire dei servizi offerti dagli istituti di patronato e assistenza sociale, al momento disponibili per i soli lavoratori dipendenti.
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