Formazione

Tre mozioni sulla corte internazionale

Tutela dei diritti umani

di Redazione

L?11 giugno scorso, a pochi giorni dall?apertura dei lavori della Conferenza convocata dall?Onu per discutere il trattato istitutivo del Tribunale penale internazionale, il Senato ha approvato tre mozioni tutte incentrate sulla tutela dei diritti umani, in particolare dei milioni di bambini oggetto di sfruttamento sessuale e lavorativo. A sollecitare l?impegno del governo italiano sono parlamentari di tutti gli schieramenti politici, accomunati dalla volontà di compiere passi concreti per salvaguardare, ovunque e comunque, l?infanzia violata. Così la mozione presentata nel dicembre scorso (1-00176) vincola l?esecutivo a farsi promotore presso la comunità internazionale di una legislazione comune che tuteli il lavoro minorile «nel settore economico non ufficiale, compresi i lavori di strada e nelle aziende agricole, il lavoro domestico e quello in ambito familiare», a cui si fa ampiamente ricorso in Sud America. Per esempio in Brasile, Paese in cui si sollecita l?adozione di progetti finalizzati al reinserimento sociale dei minori che hanno fatto della strada la loro casa. La seconda mozione (1-00250), presentata lo scorso 2 giugno, prevede che la criminalità organizzata contro i minori sia perseguita e giudicata ovunque a titolo di crimine contro l?umanità e che «gli stupri effettuati in modo sistematico e massiccio a danno di minori siano assimilati agli stupri sistematici collettivi in tempo di guerra». L?ultima in ordine di tempo (1-00259, presentata il 10 giugno scorso), infine, impegna l?esecutivo a farsi portavoce, all?interno della Conferenza di Roma, della necessità di inserire nello statuto del Tribunale la figura di un pubblico ministero indipendente in grado di aprire inchieste di propria iniziativa; la giurisdizione universale della Corte sul genocidio, sui crimini contro l?umanità e su quelli di guerra e aggressione; la fattiva collaborazione tra l?organo di giudizio e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; l?obbligo per gli Stati membri di conformarsi alle decisioni della Corte; l?assegnazione al Tribunale di un finanziamento a lungo termine «al fine di assicurare l?autonomia e l?indipendenza del Tribunale da ogni pressione esterna». L?11 giugno scorso, a pochi giorni dall?apertura dei lavori della Conferenza convocata dall?Onu per discutere il trattato istitutivo del Tribunale penale internazionale, il Senato ha approvato tre mozioni tutte incentrate sulla tutela dei diritti umani, in particolare dei milioni di bambini oggetto di sfruttamento sessuale e lavorativo. A sollecitare l?impegno del governo italiano sono parlamentari di tutti gli schieramenti politici, accomunati dalla volontà di compiere passi concreti per salvaguardare, ovunque e comunque, l?infanzia violata. Così la mozione presentata nel dicembre scorso (1-00176) vincola l?esecutivo a farsi promotore presso la comunità internazionale di una legislazione comune che tuteli il lavoro minorile «nel settore economico non ufficiale, compresi i lavori di strada e nelle aziende agricole, il lavoro domestico e quello in ambito familiare», a cui si fa ampiamente ricorso in Sud America. Per esempio in Brasile, Paese in cui si sollecita l?adozione di progetti finalizzati al reinserimento sociale dei minori che hanno fatto della strada la loro casa. La seconda mozione (1-00250), presentata lo scorso 2 giugno, prevede che la criminalità organizzata contro i minori sia perseguita e giudicata ovunque a titolo di crimine contro l?umanità e che «gli stupri effettuati in modo sistematico e massiccio a danno di minori siano assimilati agli stupri sistematici collettivi in tempo di guerra». L?ultima in ordine di tempo (1-00259, presentata il 10 giugno scorso), infine, impegna l?esecutivo a farsi portavoce, all?interno della Conferenza di Roma, della necessità di inserire nello statuto del Tribunale la figura di un pubblico ministero indipendente in grado di aprire inchieste di propria iniziativa; la giurisdizione universale della Corte sul genocidio, sui crimini contro l?umanità e su quelli di guerra e aggressione; la fattiva collaborazione tra l?organo di giudizio e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; l?obbligo per gli Stati membri di conformarsi alle decisioni della Corte; l?assegnazione al Tribunale di un finanziamento a lungo termine «al fine di assicurare l?autonomia e l?indipendenza del Tribunale da ogni pressione esterna».


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