Cultura
Tre miliardi dell’8 per mille alle popolazioni afghane
3 miliardi dell'otto per mille e 1 miliardo e 435 milioni di lire raccolti dal Papa nella giornata di digiuno del 14 dicembre saranno impiegati per le popolazioni Afghane
di Redazione
Il 20 dicembre la Conferenza episcopale italiana ha annunciato che 3 miliardi ricavati dall?otto per mille li darà alle popolazioni dell?Afghanistan. I fondi ? ha specificato ? “saranno gestiti dalla Caritas italiana in collaborazione con le strutture caritative della Santa Sede e con gli organismi internazionali che già operano in Afghanistan”.
La Caritas italiana è infatti una creatura della Cei, suo braccio operativo. Ma ecco più in dettaglio che cosa sta facendo per l?Afghanistan. Anche grazie ai 3 miliardi dell?otto per mille che andranno ad aggiungersi ai 30 miliardi già stanziati dalla rete internazionale Caritas per gli interventi in quell?area.
Queste sono complessivamente le iniziative in atto da qui a tre mesi:
1. Sostegno a 2.300 famiglie di profughi a Peshawar (Pakistan settentrionale) con coperte e vestiti invernali, kit igienico-sanitari, materassi, tende, teli di plastica, utensili da cucina.
2. Aiuti per 2.000 famiglie di profughi nella zona di Quetta (Pakistan sudoccidentale) con utensili da cucina, coperte e vestiti invernali.
3. Attrezzatura per cucina e per affrontare l?inverno a 30.000 rifugiati di nuovi campi lungo il confine Pakistano, nella regione di Peshawar.
4. Viveri e attrezzatura per cucina a 200.000 sfollati all?interno dell?Afghanistan.
5. Acqua e servizi igienici per 30.000 rifugiati in tre nuovi campi nella regione di Peshawar.
6. Trasmissioni radiofoniche con messaggi di pace, dialogo e tolleranza in Baluchistan (regione del Pakistan sud-occidentale) e in Afghanistan sudoccidentale.
7. Attrezzatura di base per affrontare l?inverno a 8.000 famiglie lungo il confine pakistano.
8. Stessa azione in Afghanistan per 4.600 famiglie (nelle località di Makaki, sul confine iraniano, a Farah e a Mazar-i-Sharif).
9. Programma di nutrizione e assistenza sanitaria per 20.000 rifugiati in due campi sul confine.
10. Acqua e servizi igienici nel campo di Khanzadgan (regione di Peshawar) per 10.000 rifugiati.
11. Realizzazione di 1.700 alloggi secondo gli standard locali, in sostituzione delle tende, e servizi igienici per altrettante famiglie tra le più vulnerabili nel campo profughi di Shamshatoo, a 45 km da Peshawar.
12. Sostegno all?Ospedale Al Jehad nel campo di Jalozai vicino a Peshawar.
13. Scolarizzazione e supplemento viveri ai malnutriti nei campi di Peshawar, per una popolazione di 176.000 persone.
14. Sostegno al reparto di chirurgia e ostetricia dell?Ospedale Gardez, a sud di Kabul, che può assistere 50.000 persone; attivazione di 7 cliniche mobili che possono assistere altre 70.000 persone: 2 a Kandahar, 2 a Nangarhar, 2 a Bamyan, 1 a Ghazni.
15. Programma (su due anni) di assistenza sanitaria per mamme e bambini all?interno dell?Afghanistan in 34 distretti di dieci province, abitate da 2,8 milioni di persone.
16. Pozzi e servizi igienici nella stessa zona: riabilitazione di 160 pozzi, costruzione di 160 nuovi pozzi e di 1600 latrine.
17. Assistenza nutrizionale per 12.400 bambini e 23.250 donne in gravidanza nelle regioni di Herat, Kandahar, Bamyan, Ghazni, Nangarhar in Afghanistan.
18. Fornitura di acqua potabile per 100.000 sfollati nella regione di Kandahar.
19. Viveri e attrezzature agricole (sementi, alberi, materiale per irrigazione) per 50.000 famiglie a Kandahar, Helmand, Uruzgan, Mazar-i-Sharif.
20. Nelle stesse località, programma di alimentazione del bestiame e ripristino dei servizi veterinari essenziali per le famiglie che vivono di allevamento.
Come detto, tutto questo la Caritas italiana non lo sta facenda da sola. Essa agisce in costante collaborazione con la Caritas Pakistan e con la rete internazionale delle Caritas di tutto il mondo.
I campi base sono in Pakistan, a Peshawar e Quetta, più nuove presenze a Lahore, Rawalpindi e Multan. Ma è imminente l?apertura di un quartier generale Caritas a Kabul.
Alla conferenza internazionale dei governi coinvolti nella ricostruzione in Afghanistan, che si è tenuta il 21 dicembre a Bruxelles, ha partecipato anche un rappresentante della Caritas.
Tra le iniziative che la Caritas italiana sta attuando in Afghanistan ve n?è una a Nimruz, lungo il confine iraniano. Dal 27 novembre, 400 famiglie nei campi di Makaki e Mile-46 ricevono cibo e generi di prima necessità. Tutti i mesi ad ogni famiglia vengono consegnati 50 chili di farina, 10 chili di fagioli, 5 chili di olio, 5 chili di zucchero, 1 chilo di tè, oltre a sapone in polvere, scarpe, coperte, teli di plastica, una stufa e 20 litri di cherosene. L?aiuto sarà esteso ad altre 2000 famiglie.
Un?altra iniziativa la Caritas italiana l?ha in atto nella provincia di Helmund, vicino a Kandahar. Lì fornisce cibo e coperte a 200 famiglie di sfollati. E presto sarà allestito un impianto di irrigazione per consentire la ripresa delle attività produttive.
Analoga destinazione avranno anche le offerte affluite in Vaticano dai cattolici di tutto il mondo nella giornata di digiuno indetta dal papa il 14 dicembre: 1 miliardo e 435 milioni di lire.
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