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Tre mesi di guerra: ecco i risultati

Sono trascorsi esattamente 88 giorni dal 24 febbraio, quando le truppe russe hanno invaso il territorio ucraino. Da allora, migliaia di persone sono morte, e molte di più sono rimaste ferite. In tanti hanno perso la casa e il lavoro. Sono oltre 6,3 milioni coloro che hanno chiesto rifugio in altri Paesi, compresa l'Italia

di Luigi Alfonso

Tre mesi ad oggi. Sono trascorsi esattamente 88 giorni dall’inizio del conflitto in Ucraina. Uomini e donne, giovani e anziani, soldati e civili: come sempre, sono finiti tutti in questa spirale di cieca violenza che risparmia pochi e coinvolge tutti, più o meno direttamente. Secondo i dati Unchr, al momento sono oltre 6,3 milioni i rifugiati (su una popolazione di 44 milioni di abitanti) che dall’Ucraina si sono riversati nei Paesi vicini in cerca di aiuti e di una maggiore sicurezza, a partire dall’alba del 24 febbraio. Altri 7,7 milioni di persone sono sfollati all’interno dell’Ucraina. Si stima che circa 13 milioni di persone siano bloccate nelle aree colpite dal conflitto o impossibilitate a potersi spostare, per differenti motivi. Tre mesi or sono, alle prime ore del mattino, ben 7,5 milioni di bambini (fonte: Save the Children) si sono svegliati e, all’improvviso, si sono trovati esposti a gravissimi pericoli: danni fisici, pesanti traumi psicologici, sfollamento, persino abusi. Si contano migliaia di vittime tra i civili: tra questi, centinaia sono bambini. In pochi giorni la guerra è arrivata ovunque, colpendo anche abitazioni, scuole, asili, orfanotrofi e ospedali. Nell'Ucraina orientale, più di 400mila minori vivono nelle aree ad alto rischio.

È sempre difficile stabilire con certezza il numero dei morti in una guerra che è ancora in corso. Sarebbero oltre 29mila i militari russi deceduti, ma queste cifre sono da prendere con cautela perché provengono dalla parte avversa, secondo la quale i soldati ucraini caduti sarebbero meno di quattromila. Risulta oggettivamente difficile pensare (purtroppo) che le proporzioni siano davvero queste, viste le differenti forze messe in campo dai due eserciti. I russi, dal canto loro, tendono a minimizzare.

Secondo le stime dell’Unocha, l’Ufficio delle Nazioni Unite per le azioni umanitarie, circa 12 milioni di persone in Ucraina hanno avuto (e in parte ancora hanno) bisogno di assistenza umanitaria.

Le persone in fuga dai combattimenti all’interno dell’Ucraina hanno cercato (e ancora cercano) riparo ovunque sia possibile trovare un minimo di sicurezza. Molti si stanno ancora rifugiando nelle stazioni ferroviarie, come quella di Dnipro. Chi ha potuto, ha già raggiunto da tempo familiari, parenti, amici o conoscenti in altri Paesi europei. Altri hanno chiesto rifugio ai governi ospitanti. In Italia, secondo i dati ufficiali forniti dal Ministero dell’Interno (aggiornati ad oggi), sono 121.285 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina giunte fino a oggi in Italia, 115.030 delle quali alla frontiera e 6.255 controllate dal compartimento Polizia ferroviaria del Friuli Venezia Giulia. Ad aggiornare i dati è il Viminale, precisando che si tratta di 63.292 donne 17.648 uomini e 40.345 minori. Le principali città di destinazione dichiarate all'ingresso in Italia continuano a essere Milano, Roma, Napoli e Bologna, in netta prevalenza donne e minori.

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