Non profit
Tre lezioni dall’emergenza Coronavirus
Abbiamo compreso che il Sistema Sanitario Nazionale, la ricerca e istruzione e il digitale sono la nostra sicurezza. E che i progetti, le competenze, gli interventi e l’attività delle organizzazioni non profit sono l’ancora di salvataggio a cui fare immediatamente ricorso nei momenti di crisi e di emergenza dei mercati e della società
di Maria Vella
In una relazione matematica la costante è il numero che rimane fisso e non è modificabile mentre la variabile può assumere valori diversi, cambiando il risultato dell’equazione. Ai nostri giorni la variabile, tra l’altro inattesa e sconosciuta, è Covid-19 che sta provocando un impatto sulla nostra vita, sui mercati e la relativa sovrastruttura economico-finanziaria, impedendo di costruire scenari di previsione a breve, medio e lungo termine non solo alla società ma anche a politici e leader aziendali per gli effetti e le conseguenze imprevedibili che sta causando. Covid-19 ha, infatti, distorto la probabilità del verificarsi degli eventi ed, a livello umano e planetario, ci ha anche strappato la capacità di programmare ed anticipare il nostro percorso di crescita, sconvolgendo le aspettative sulla nostra vita. È la variabile che ha stravolto attese e previsioni spazzando via come un uragano tutti i processi ed i progetti sul nostro futuro.
Di contro, ci ha fornito la consapevolezza che il Sistema Sanitario Nazionale, la ricerca e l’istruzione e il digitale sono la nostra sicurezza e che i progetti, le competenze, gli interventi e l’attività delle Organizzazioni No profit l’ancora di salvataggio a cui fare immediatamente ricorso nei momenti di crisi e di emergenza dei mercati e della società. Il Terzo settore, infatti, nelle sue molteplici articolazioni si sta rivelando nella sua completezza, dimostrando all’economia nazionale ed all’Europa, alla politica e ai mercati il suo ruolo imprescindibile per sostenere l’esercito delle nuove e crescenti povertà, la precarietà delle condizioni di libertà, di lavoro e di vita che stanno colpendo strati sociali sempre più estesi della popolazione, alimentando un diffuso sentimento di insicurezza e di sfiducia per il futuro. L’immediata reazione di queste organizzazioni sta intervenendo sia sui mercati che sulla società tentando di ricostruire un rinnovato equilibrio fra la dimensione individuale e quella collettiva, dimostrando concretamente al mercato ed alla politica la stretta interdipendenza ed il nesso di casualità fra la libertà individuale e la sicurezza reciproca e fra i diritti dei singoli e la responsabilità sociale delle imprese.
Da questa crisi, più che da ogni altra, quindi possiamo trarre alcune lezioni:
1. per Covid-19 siamo tutti uguali (come proclama l’Art. 3 della Costituzione italiana1), quindi in una situazione di parità, in termini di rischio e di dignità sociale, e, più che mai, abbiamo bisogno gli uni degli altri, rafforzando il principio della solidarietà, valore innato e connaturato al No profit. Si tratta di una solidarietà che implica uguaglianza, non nel senso di uniformità, bensì di integrazione2, ossia nel senso di un principio democratico che regola la società, come risultante di azioni collettive imperniate sul mutuo aiuto, l’auto-organizzazione e l’azione collettiva.
2. Ne consegue che il No profit sta dimostrando di essere non il terzo pilastro dell’ economia ma il vettore delle conoscenze specifiche sul territorio, sulle comunità e sui bisogni locali, per cui, assieme al potere pubblico (Stato, comuni, province, regioni ed enti parastatali) ed alle imprese profit, rispondendo efficacemente e velocemente ai bisogni ed alle necessità dell’odierno stato di crisi, sta operando in un contesto ddi sussidarietà circolare3, sia per progettare gli interventi necessari sia per assicurarne la gestione ed i risultati4. D’altra parte è un discorso teoricamente noto, dato che ci stiamo collegando al principio di sussidiarietà della Carta Costituzionale (Art. 118). Quando tutto gradualmente ripartirà, la politica, l’economia e la finanza riusciranno a validare questa nuova interpretazione del funzionamento dei mercati?
3. Il Covid-19 ha dimostrato alla politica l’efficienza e l’efficacia del mercato pluralistico, con il contributo delle organizzazioni della società; quindi non dovrebbe continuare a procedere solo per decisione statale, ma con un dialogo continuo e costruttivo con le associazioni della società civile (finora purtroppo non sempre realizzato). L'autonomia5 e l'unità6 del TS sono, infatti, una risorsa sempre più irrinunciabile per ritrovare l’umanità nel necessario ripristino dei rapporti industriali, finanziari e del lavoro (nel senso di inclusione e di valorizzazione delle professionalità). L’azione pubblica dovrebbe perciò assumersi la responsabilità di accompagnare questi percorsi (di democrazia plurale, di economia plurale, di redistribuzione, di crescita e reciprocità), abbandonando i precedenti sistemi di governo e di management burocratici, verticali e rigidi per ri-pensare e ri-progettare il futuro nella sua totalità, instaurando una dinamica diversa, che metta al centro l’uomo e la sua capacità di fare sintesi dei bisogni emergenti, delle possibili soluzioni e delle risorse così come sempre fatto dalle ONP.
Ai tempi del Covid-19 speriamo, più che mai, che questo non sia solamente un miraggio.
*Maria Vella è docente in Economia e gestione del Terzo settore all’Università di Siena, ideatrice e direttore scientifico di LET’S GO UNISI.IT
1 L’ articolo cita: “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
2 Per approfondimenti cfr. Laville J.L. 2019
3 Per approfondimenti cfr. Zamagni S., 2015
4 Per approfondimenti cfr. Laville J.L., 1998
5 Autonomia non vuol dire estraneità verso la politica e le istituzioni, ma capacità di offrire un contributo originale alla ricostruzione delle reti di cittadinanza e al rinnovamento della politica, colmando la distanza che oggi separa la sfera istituzionale dalla società
6 Unità nel senso di una sintesi di culture e pratiche diverse e di capacità di tradurre in valore la pluralità, arricchendosi reciprocamente nell'azione comune
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