Famiglia
Trasversali e appassionati, ecco i parlamentari amici dei bambini
Il fondatore di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, riunisce a Roma gli eletti che avevano firmato a settembre il suo Manifesto. Da sinistra a destra, molta voglia di impegnarsi. E chi non è potuto intervenire, s'è affrettato a mandare messaggi o, come la vice-ministra Bellucci, a prenotare il convegno del 18, in Senato, sull'abuso sessuale. La fondazione offre dialogo, supporto e una capacità di lobbing rodata da 35 anni di impegno. Un metodo per il mondo non profit
È un buon segnale che la prima conferenza “esterna”, organizzata alla Camera dei deputati – nella Sala del Cenacolo – sia dedicata all’infanzia e all’adolescenza.
A prendere l’iniziativa è stato Telefono Azzurro che, col suo presidente e fondatore, Ernesto Caffo, continua a incalzare la politica con metodo. Ieri il professore che ha “inventato” la prima “help line” italiana, il famoso 1.96.96, ha riunito un po’ di parlamentari amici, di quelli che, a settembre, in mezzo a una campagna elettorale tra le più brevi e le più confuse della storia repubblicana, avevano sottoscritto il suo Manifesto per l’infanzia e l’adolescenza, un decalogo di urgenze ed emergenze, dal rischio abuso al metaverso, dalla partecipazione a un ministero finalmente dedicato. Lo avevano sottoscritto in una trentina, quel documento – da destra a sinistra, da Maresa Bellucci (Fdi) a Marco Furfaro del Pd, da Lorenzo Fontana (Lega) e Chiara Appendino (5s) – e molti sono stati eletti.
Non solo: Fontana è diventato presidente della Camera, Bellucci viceministro del Welfare con delega al Terzo settore e la sua collega di partito, Isabella Rauti, è diventata sottosegretario alla Difesa.
Da sinistra a destra una prima idea: fuori i bimbi dalle carceri
Il presidente di Telefono azzurro non ha posto tempo in mezzo e ha subito creato un’opportunità di incontro a cui ha risposto soprattutto l’opposizione: nella Sala del Cenacolo sono infatti arrivati le terzopoliste Elena Bonetti e Valentina Grippo, i piddini Michela Di Biase, Beatrice Lorenzin, Furfaro, il verdi-sinistra-alleato Devis Dori, la grillina Stefania Ascari. La destra di governo c’era, in sala, con Chiara Colosimo (nella foto in alto con Caffo, ndr), giovane deputata romana con un’esperienza nel Consiglio del Lazio, e molto vicina alla premier Giorgia Meloni, ma c’era, di fatto, con un messaggio molto caloroso dello stesso Fontana e col saluto della Bellucci, che comunque non mancherà a un altro evento “azzurro”, il prossimo 18 novembre: ‘Giornata Internazionale della Protezione dei bambini contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale’, al Senato al mattino e al Center for American Studies il pomeriggio. E c’era, infine, col saluto che la forzista Licia Ronzulli non ha voluto far mancare.
Una trasversalità di fatto, quella da sempre ricercata da Caffo convinto che infanzia e adolescenza non debbano essere divisive, e che comunque non ha fatto velo alla diversità dell’opinioni, emersa dagli interventi. L’essere tutti dalla parte dei bambini seppure da banchi diversi dell’emiciclo parlamentare, seppure da maggioranza e opposizione, non ha impedito alla Lorenzin di ricordare le bare bianche dei piccoli migranti morti attraversando il Canale di Sicilia, né alla Colosimo di rammentare lo scandalo dei bambini in carcere con le madri detenute (che vari governi a guida dem, spesso col Guardasigilli piddino, non hanno avuto la forza di rimuovere). Anzi, riferimento che, dall’opposizione, Bonetti ha subito rilanciato: “Bene, facciamone subito una battaglia bipartisan”, ha detto al microfono.
Cortesie fra ospiti
Divisioni, accenti diversi, che non hanno impedito una evidente cordialità fra esponenti di schieramenti che spesso, in aula o su Twitter, non se le mandano a dire: per cui la Colosimo ha ricordato il lavoro della Di Biase nel consiglio del Lazio e Lorenzin s’è intrattenuta a lungo, prima di lasciare la sala, con l’esponente meloniana. E tutti sono intervenuti con contributi autentici, non premasticati, apparsi sinceramente desiderosi di costruire insieme.
Caffo metterà loro a disposizione le sue relazioni internazionali, le competenze del suo staff, affinato negli anni dalla sua proverbiale esigenza e una capacità di lobbying trentennale, ora col turbo e le capacità tecnico-giuridiche di Fabio Bistoncini (FB&Associati), E la rete degli amici di Telefono Azzurro nelle autorità o nelle istituzioni, come Guido Scorza, membro dell’Autorità della Privacy, o Giuseppe Magno, storico giudice minorile, o Sandra Cioffi, l’ex-deputata che in quota Telefono Azzurro presiede il nevralgico Consiglio del Utenti o, infine, il prefetto Giuseppe Procaccini, un gran commis d’Etat nel senso pieno dell’espressione, che ha navigato le istituzioni italiane ai massimi livelli. Tanto per citare solo quelli intervenuti ieri.
Dialogo e supporto
Dialogare ma anche fornire supporto appunto, perché il taglio di deputati e senatori a macchina parlamentare invariata produrrà un’attività legislativa che, soprattutto nelle commissioni – con membri inferiori di numero e tempi compressi – vedrà ridotti al minimo gli spazi di confronto con i portatori di interesse, con prevedibile prevalenza degli interessi forti e fortissimi e lasciamo alla fantasia del lettore immaginare quali.
Una buona notizia quindi che la lobby dei bambini e degli adolescenti vada, insomma. Come disse un premier del Bel Paese, parlando dell’Italia come di una nave. E i marosi di questa legislatura la metteranno alla prova.
Intanto, dopodomani, tutti e 600 i parlamentari riceveranno a Montecitorio e Palazzo Madama un piccolo baedeker per la tutela dell’infanzia: un agile manuale con riferimenti legislativi internazionali e nazionali. A cominciare da quella Convenzione Onu per i diritti dell’infanzia, ratificata dall’Italia del 1991 e che, come ha ricordato magistralmente il giudice Magno, con l’eloquenza dei giuristi di un altro tempo, sancisce il superiore interesse del bambino “in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità”.
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