Non profit

Trasporti sostenibili: l’innovazione vince al Nord

Venezia, Parma e Torino tra le più sostenibili. I dati nell'indagine dell'associazione Euromobility

di Redazione

Car sharing, bike sharing, taxi condiviso e auto ecologiche: sono solo alcune delle soluzioni che rendono sostenibile la mobilità. In questo contesto si fotografa, ancora una volta, un’Italia a “due velocità” con un nord più innovativo e un sud un po’ più timido. Sul podio delle città più eco mobili troviamo, infatti, Venezia seguita da Parma e Torino, balzata direttamente dalla tredicesima posizione. A tracciare il quadro ci pensa un’indagine compiuta dall’Osservatorio sulla mobilità sostenibile dell’Associazione Euromobility che ha preso in considerazione 50 città italiane dal 2008 a oggi.
Rispetto al passato, «c’è senza dubbio un miglioramento sul piano della qualità dell’aria» commenta all’Adnkronos il direttore scientifico Euromobility, Lorenzo Bertuccio sottolineando che «in tutte le città si registra una diminuzione dei livelli di Pm 10». Ma a rassicurare la nostra salute c’è anche l’indice di motorizzazione: «il numero delle automobili per abitante infatti è sceso raggiungendo il 60%, ossia 60 auto ogni 100 abitanti mentre negli anni scorsi la percentuale superava il 61%».

Ma a rendere positivo il dato ci sono anche i veicoli a trazione alternativa: «il Gpl e il metano cominciano finalmente a essere una realtà» commenta Bertuccio. La presenza di auto a Gpl e metano risultano infatti in aumento di oltre il 2%. Quanto ai diversi servizi messi a disposizione il car sharing registra un momento di stallo con un incremento dello 0,7%, contrariamente al bike sharing che invece è in rapida ascesa raggiungendo il 51% di utenza e un aumento delle biciclette del 12%.

Queste iniziative «hanno un’attrattiva sui cittadini e lo si vede in quelle città dove queste misure sono introdotte in maniera coraggiosa come il bike sharing a Milano e il car sharing a Torino. In questi casi i risultati si vedono». In altre realtà, invece, dove questi interventi sono introdotti in maniera meno incisiva, «rischiano di rimanere progetti di nicchia».

Il bilancio, dunque, sembra essere positivo se non fosse per quell’unica nota stonata che vede, ancora una volta, un sud più in difficoltà rispetto al nord. E se Venezia è stata eletta la più eco mobile d’Italia, sono ben 4 le città dell’Emilia Romagna che si posizionano fra le prime 10. Milano si conferma al quinto posto della classifica, superando Roma che arretra dal diciottesimo al ventesimo posto. A vincere la medaglia della città migliore del sud è Bari che si colloca al quattordicesimo posto mentre le più insostenibili sono Siracusa e Sassari.

A livello normativo, spiega il direttore scientifico di Euromobility, «è stato fatto un po’ tutto. L’Italia di certo non è indietro rispetto agli altri paesi europei ma mancano le risorse che penalizzano le amministrazioni locali». E per agevolare questo sviluppo, per Bertuccio, occorre «promuovere il più possibile la figura del mobility manager, ossia colui che, nelle aziende e nei comuni gestisce la regia della mobilità sostenibile e propone le alternative come il car sharing, bike sharing o i taxi collettivi».

Dall’indagine emerge che il mobility management è presente in 41 città sulle 50 monitorate, in 35 uffici comunali e in 5 uffici provinciali. Questa figura professionale non ha ancora un ruolo decisivo nelle amministrazioni, a differenza di quanto avviene in Europa. Quanto alla sensibilità dei cittadini, per Bertuccio, la crisi economica favorisce il passaggio ad altre modalità di trasporto ma «è necessario un cambiamento culturale dove l’auto non viene più intesa come bene ma come servizio». In questo senso, la situazione congiunturale «può rappresentare un’opportunità».

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