Famiglia

Trasgressive ma conformiste. Per questo, care iene, io vi odio

Nella trasmissione Le Iene, i conduttori girano per l'Italia cercando di documentarne l'incivilta'

di Luca Doninelli

Mentre politici, dirigenti tv e giornalisti si scannano sulle dichiarazioni di Celentano sui trapianti, la tv ci offre altri prodotti sui quali val la pena riflettere. Premesso che, quanto al prodotto finale, non ha nessun senso stabilire differenze fra tv di Stato e tv privata, visto che i criteri usati dai rispettivi dirigenti sono suppergiù gli stessi, voglio dirvi qual è secondo me la trasmissione più brutta di tutta la tv, pubblica o privata non importa: tanto più brutta in quanto scambiata unanimemente, o quasi, per un’ottima trasmissione. Questa trasmissione porta il nome di un bellissimo film di Quentin Tarantino, Le iene, di cui rappresenta però l’esatto contrario. è infatti la festa, il capolavoro, il trionfo del finto-trasgressivo, che è l’unico registro che io conosca peggiore del patetico. In studio si vedono: un’ex reginetta di bellezza, molto imbruttita da una fascia elastica che le tiene indietro i capelli, accentuando le linee non perfettissime del suo viso; e un paio di signori caratterizzati dal gel nei capelli. Questo significa che il programma è destinato principalmente ai giovani, a quella gente cioè che viene considerata stupida solo perché si mette il gel nei capelli e fa altre cose del genere contrarie all’immagine corrente del bravo ragazzo; mentre è intelligente, eccome, e Le iene è fatto apposta per dimostrarlo. Altri signori col gel, o talora gli stessi dello studio, se ne vanno in giro per l’Italia seguiti da una telecamera. Il loro scopo è quello di documentare l’inciviltà dell’Italia cosiddetta civile: tutti questi signori in giacca e cravatta che passano col rosso, tutti questi rispettabili figli di famiglia che urlano slogan imbarazzanti, talora razzisti, negli stadi; tutta questa gente che non rispetta le corsie preferenziali… I ragazzi de Le iene, trasgressivi perché usano il gel, sono invece cittadini modello, altro che stupidi! E con le loro domande imbarazzanti mettono a mal partito le coscienze sporche degli Italiani. «E chi credete che noi siamo/ per i capelli che portiamo», cantava Franco Battiato una ventina d’anni fa. Proprio così. Sono proprio loro, con le loro barbette tinte, a insegnarci il senso civico, a insegnarci in altri termini non già la trasgressione (che ormai non riguarda più nemmeno il gel), ma la norma. Guardando Le iene, dovremmo dire: però, c’hanno ragione! Dobbiamo metterci a norma anche noi. Perché il nostro Paese non è a norma, e bisogna che sia a norma. Come vanno le vostre canne fumarie? E gli scaldabagni? Il buco nel muro l’avete fatto? Forza, iene! Indagate! Scopo è infatti quello di farci essere a norma, persone ammodo, civili, ligie, sottomesse, omologate. Questi simpatici mattacchioni c’insegnano la convenienza sociale di una società senza prigioni fatte di muri, porte blindate, torrette di sorveglianza, secondini. Perché la galera (grazie anche al loro contributo) è e sarà sempre più dentro di noi, senza muri e senza chiavi per aprire le porte o sbarre di ferro da limare o lenzuola da calare dalle finestre. Non solo c’inoculano questa filza di tristi virtù. Ma lo fanno accaparrandosi anche l’altra fetta di torta, quella che non spetta loro manco per niente: la fetta della trasgressione, dei cattivi ragazzi, dei guastafeste, dei provocatori. Almeno Celentano dicendo le sue cazzate si pronuncia in favore di un senso della vita più alto, più profondo, più umano. Lo farà male, in modo maldestro, e la sua ignoranza – che lui adduce sempre come scusa – non lo scusa affatto, perché il tempo di studiare il ragazzo l’ha avuto. Ma lo fa. E io penso che avere un ideale per cui vivere sia la sola, vera trasgressione. Il resto, sono omogeneizzati.


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