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Salute&Comunicazione

Trapianto staminali: istituita la giornata nazionale

L'obiettivo è di accendere i riflettori sui pazienti trapiantati, che sono sempre più numerosi, attraverso iniziative di sensibilizzazione e informazione. L'annuncio del Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo Gitmo e dell’Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma Ail

di Nicla Panciera

È stata istituita a Napoli la Giornata nazionale dedicata al paziente trapiantato di cellule staminali emopoietiche, che verrà celebrata a partire dal prossimo anno. L’iniziativa è stata presentata in occasione dell’annuale riunione nazionale del Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo, cellule staminali emopoietiche e terapia cellulare Gitmo e ha il supporto dell’Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma Ail.

Trapianto di staminali adulte

Il trapianto di cellule staminali, cellule pluripotenti e quindi in grado di differenziarsi in tutte le cellule del sangue e del sistema immunitario, garantisce la produzione delle cellule del sangue e fornisce al ricevente un nuovo sistema immunitario, in questo modo ricostituendo le normali funzioni ematologiche e immunologiche che la malattia aveva compromesso. Esso è ormai la cura principale per numerose malattie del sangue come leucemie e linfomi. L’intervento richiede una preparazione del ricevente con la somministrazione di chemioterapia e/o radioterapia e denominata di “terapia di condizionamento” (informazioni più dettagliate sono disponibili nel sito di Ail).

Riflettori puntati sul percorso dopo il trapianto

«Una importante e recente iniziativa, che evidenzia e rafforza  il forte e proficuo legame esistente tra Gitmo e Ail: l’istituzione, a partire dal 2025, della Giornata Nazionale del paziente trapiantato di cellule staminali, è il segno della sempre maggiore attenzione verso i nostri pazienti» dichiara Massimo Martino, presidente Gitmo e direttore del Centro Trapianti Midollo Osseo del Grande Ospedale  Metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria. «L’obiettivo è quello di accendere i riflettori non solo sui tumori del sangue ma su tutti gli aspetti che riguardano la qualità di vita e la quotidianità del paziente trapiantato e possibilmente guarito. Le problematiche e le sequele conseguenti a un trapianto sono tante: nutrizionali, sessuali, psicologiche, lavorative e di ordine sanitario e organizzativo della vita quotidiana e dei controlli medici. La Giornata verrà celebrata ogni anno, probabilmente in primavera, con il sostegno di Ail e dei Centri di trapianto di midollo osseo su tutto il territorio nazionale, con iniziative di sensibilizzazione e informazione e vedrà il coinvolgimento di specialisti, pazienti, istituzioni nazionali e locali, media e pubblico. Dobbiamo ricordare che il paziente trapiantato trascorre almeno due anni della propria vita affrontando un percorso molto faticoso e complesso; una volta uscito dalla fase più delicata deve ritornare alla normalità e questo pone per lui e per i suoi cari altre sfide importanti per le quali occorre tutto l’aiuto possibile da parte degli specialisti che lo hanno in cura».

«Il rientro a casa» afferma Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail «pone numerosi problemi: dall’alimentazione all’igiene personale, dagli animali domestici presenti in casa all’assunzione dei farmaci; dalla sessualità al rientro al lavoro o a scuola, dalle vaccinazioni alle vacanze, fino alla necessità o meno disupporto psicologico. Ail si è confrontata su questi problemi e, come sempre, ha trovato insieme a Gitmo, Gruppo con il quale collabora da molti anni, un punto d’interesse comune sulla necessità di accendere i riflettori sulla figura del paziente trapiantato a livello dell’opinione pubblica, dei media e delle principali istituzioni nazionali e locali».

Il rischio recidiva

Nonostante i grandi progressi compiuti dalla ricerca scientifica e gli avanzamenti tecnologici e terapeutici, il trapianto allogenico e autologo è considerato procedura di altissima specializzazione, gravato però da un rischio importante di recidiva. «La recidiva è la causa principale di fallimento del trapianto; infatti, se osserviamo 100 casi di fallimento la recidiva è la causa più frequente almeno nel 60% di questi» spiega Fabio Ciceri, Past President Gitmo e Direttore dell’Unità di Ematologia e Trapianto di Midollo Osseo IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano «L’incidenza della recidiva è variabile ed è in funzione della gravità della malattia e di quello che era il grado di risposta terapeutica della malattia ottenuta prima del trapianto. Questa è la ragione per cui, stabilita l’indicazione al trapianto, l’obiettivo di raggiungere la migliore risposta terapeutica pre-trapianto è molto importante per ottenere la migliore garanzia di avere, dopo il trapianto, una finestra di remissione che consenta al sistema immunitario del donatore di instaurare una risposta immunitaria, di controllare la malattia e guarirla in modo definitivo. Per questo oggi, nella fase post trapianto, nei malati che sappiamo essere ad alto rischio di recidiva, applichiamo terapie farmacologiche che possono aiutare a contenere e controllare la crescita della malattia, proprio nella fase precoce a maggior rischio di recidiva».

Le cifre

Gitmo è l’unica Società Scientifica che rappresenta il trapianto in Italia e fornisce i dati dell’attività trapiantologica all’autorità nazionale competente, il Centro Nazionale Trapianti. Ad oggi, 90 Centri trapianto sono accreditati GITMO e di questi, 60 fanno attività allogenica. Inoltre, circa un quarto dell’attività trapiantologica viene eseguita sui bambini presso i Centri pediatrici. La trapiantologia italiana di midollo osseo, cellule staminali emopoietiche e terapie cellulari CAR-T, è molto attiva. Nel 2023 sono stati effettuati 2.000 trapianti allogenici da donatore, l’anno prima erano stati 1.930 e in piena pandemia 1.900; le principali malattie del sangue per le quali si ricorre di più a questo trapianto sono la leucemia acuta mieloide e la leucemia acuta linfoblastica. Sono circa 3.500 l’anno i trapianti autologhi con un trend costante ed effettuati soprattutto per il mieloma multiplo, i linfomi non Hodgkin e i linfomi di Hodgkin. Riguardo le terapie cellulari CAR-T che vengono utilizzate in 40 Centri italiani, dal 2019 ne sono state effettuate circa 900. 

L’importanza della ricerca

Nel frattempo, la ricerca continua. «Attualmente abbiamo diversi studi prospettici appena terminati, in corso o in fase di progettazione che impegnano gran parte dei Centri iscritti al Gitmo, al momento circa 60 quelli accreditati per il trapianto allogenico e circa 80 per il trapianto autologo» riferisce Luca Castagna, Vicepresidente Gitmo e Direttore dell’Unità Trapianti Midollo Osseo e Terapia Cellulare, AO Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello di Palermo. «Questi studi toccano diversi ambiti del trapianto, dalla prevenzione delle infezioni batteriche o virali al miglioramento del condizionamento, al miglioramento della reazione del trapianto contro l’ospite (GVHD – graft versus host disease), la principale complicanza del trapianto. Quindi, un panorama molto ampio e che si rivolge a diverse tipologie di pazienti trapiantati».

In attesa della giornata nazionale del 2025, a Reggio Calabria il 25 maggio 2024 si celebrerà la 1° Giornata Gitmo-Ail dedicata al paziente che ha subito un trapianto di cellule staminali emopoietiche o terapie cellulari CAR-T, con un incontro per pazienti e familiari al Centro trapianti del Grande Ospedale Metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli.

Foto di Anirudh su Unsplash


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