Welfare
Trapattoni: Calcio e razzismo, si impari dal Monza
L'allenatore italiano più famoso nel mondo assiste alla partita della squadra brianzola di Lega Pro ed elogia l'azione del milionario neopresidente Armstrong-Emery, che nel mettere uno sponsor antirazzista sulle maglie mira a scardinare la violenza verbale negli stadi
La scritta ‘Stop racism’ sulle maglie del Monza calcio al posto dello sponsor? “Una scelta importante, da elogiare e da cui altri possono prendere spunto”. Parola di Giovanni Trapattoni, l’allenatore italiano più famoso nel mondo. Che, la scorsa domenica, si è recato a sorpresa allo stadio Brianteo (da quando non allena più la nazionale irlandese è tornato a vivere nella zona nord di Milano) per assistere alla partita di Lega Pro Monza-Forlì, terminata con la vittoria dei padroni di casa per 3 a 0 e con la battuta del Trap: “dedicato a chi mi dà del menagramo quando vengo invitato a vedere una squadra”.
L’invito è arrivato proprio dal presidente del Monza, l’inglese Anthony Armstrong-Emery, la cui impostazione decisamente antirazzista in un mondo difficile come quello del pallone ha fatto il giro d’Italia, tanto da ricevere la visita, pochi mesi fa, del ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge. A Trapattoni, come avvenuto con la ministra, Armstrong ha donato una maglietta con il nuovo logo: “lo conosco da tempo, stimo molto il suo lavoro e sono convinto che darà un ottimo contributo al calcio italiano, in tutti i sensi”, ha sottolineato Trapattoni, che durante la partita, taccuino alla mano come nelle grandi partire, ha annotato le sue osservazioni sui giocatori per poi comunicarle ad allenatore e dirigenza (e a proposito del suo futuro: “a breve allenerò un’altra nazionale”, ha rivelato).
L’azione incisiva contro il razzismo di Armstrong (magnate del social housing a livello mondiale arrivato in Italia anche per allargare il suo business), e della società monzese, è parte del rilancio del club, che era avviato al fallimento meno di un anno fa ma che oggi è nelle zone alte della classifica e con una presenza di tifosi e pubblico che in lenta risalita dai minimi storici in cui era sprofondata. “Nessuna mossa mediatica, sia chiaro”, risponde Armstrong (l’idea dello sponsor ‘alternativo’ era nata dopo l’affronto del lancio di banane al ministro Kyenge, vedi intervista a lato) al giornalista che gli osserva che in occasione della morte di Nelson Mandela non ha emesso alcun comunicato: “Mandela è stato un grande, noi qui facciamo una parte molto piccola, in un’area che non ha molto risalto: sarebbe stato sconveniente ‘cavalcare’ questa notizia, noi cerchiamo messaggi concreti. Resta il fatto che in futuro potremmo dedicare una manifestazione al suo ricordo”. Nel frattempo, per domenica 22 dicembre 2013 la dirigenza monzese, guidata dall’amministratore delegato Maurizio Prada, sta organizzando un evento legato al binomio virtuoso disabilità e sport.
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