Volontariato

Tragedia dell’Haysel: Le scuse del Belgio

In quella tragica serata di Champins League il servizio d'ordine non seppe ne' intervenire, ne' organizzare soccorsi adeguati

di Gabriella Meroni

Ci sono voluti 20 anni, ma alla fine Bruxelles si e’ ricordata della tragedia dell’Haysel, ha chiesto formalmente scusa alle famiglie delle vittime, ha promosso una solenne commemorazione e ha provveduto a far realizzare un monumento in sostituzione di una una piccola lapide nascosta e praticamente invisibile che per due decade era l’unica testimonianza di quella tragica notte del 29 maggio del 1985. E’ stato, nelle ultime settimane, un crescendo di ”mea culpa”: dai responsabili del servizio d’ordine, che quella sera della finale di Champions league tra Liverpool e Juventus, non seppe ne’ intervenire, ne’ organizzare soccorsi adeguati, all’attuale sindaco della citta’, tra i protagonisti di questo omaggio sia pure ritardato. ”Miei amici, ci tengo ad assicurare a ciascuno di voi la fraternita’ che da quel giorno ci unisce. Vi presento solennemente tutte le nostre scuse per le sofferenze cui avete dovuto far fronte”, ha detto Freddy Thielemans, il borgomastro della capitale belga, rivolto ai familiari delle vittime. ”E’ fondamentale non dimenticare quello che e’ stato uno dei peggiori giorni della storia dello sport”, e’ ”importante che la gente di Liverpool sia qui oggi per dire quanto siamo desolati”, gli ha fatto eco Alan Dean, sindaco della citta’ inglese che, proprio in questi giorni, e’ in festa per il tutolo europeo conquistato ad Atene. In Belgio i media non hanno perso occasione in questi giorni per condannare il silenzio che per anni ha avvolto i fatti dell’Heysel, ora rotto anche per iniziativa di un comitato italiano e dei numerosi sostenitori della Juventus nel paese. ”20 anni dopo la citta’ di Bruxelles si ricorda della tragedia di Heysel”, sottolineano i quotidiani che, nei giorni precedenti l’anniversario, hanno pubblicato supplementi di numerose pagine con toccanti testimonianze. Lo stesso hanno fatto radio e Tv. Uno dei responsabili della sicurezza dell’epoca ha ammesso, per esempio, che quella sera allo stadio, ora dedicato al defunto Re Baldovino, erano in servizio pochi agenti e troppo inesperti. ”Questo perche’ i reparti meglio preparati erano stati utilizzati pochi giorni prima per garantire la sicurezza in occasione della visita del Papa”, ha confessato. ”Perche’ e’ successo che 39 persone dovessero morire qui? la domanda ritorna sovente. Sarebbe stato possibile che le cose andassero diversamente? Chi e’ il responsabile? A queste domande, di cui alcuni abusano a volte in modo grossolano, soprattutto quando si tratta di demarcarsi da responsabilita’, come voi non ho una risposta. E tutte le spiegazioni del mondo non saranno sufficienti a renderci uno solo dei nostri morti”, ha sostenuto il sindaco Thielemans, aggiungendo che ”e’ pero’ sicuro che nessuno vuole di nuovo diventare il becchino improvvisato di uno stadio trasformato in cimitero dove la morte viene ad interrompere la festa”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA