Politica

Tra Tremonti e Maroni io tifo Bobo. Ecco perch

Commento di Livia Turco

di A. Capannini

Tra una settimana riprenderanno i lavori della Camera e del Senato, è bene lasciarsi alle spalle quanto la politica ha offerto durante l?estate. Per voltare pagina. Nell?interesse del nostro Paese e della politica stessa. Perché il dibattito politico estivo è stato davvero desolante e preoccupante. Né attenua questo giudizio il fatto che fosse, appunto, estivo, perché esso ha coinvolto come protagonisti uomini di governo e perché i cittadini hanno il diritto di sentirsi sempre rispettati dalla politica e dalle istituzioni. E poi perché c?erano in ballo questioni enormi: blocco alla violenza e al terrorismo, lo svolgimento di grandi appuntamenti internazionali come il vertice Fao e la riunione della Nato, la riforma del welfare, i diritti del lavoro, le prospettive dell?economia italiana. Il nostro Paese ha bisogno di una ?buona politica? in cui chi vince l?elezione governi davvero, non si senta padrone, rispetti le regole, rispetti l?opposizione, abbia un rapporto corretto con l?opinione pubblica. Purtroppo questo non è ciò che sta avvenendo, mi hanno colpito due dati del governo in versione estiva: l?aggressività e il protagonismo di Alleanza Nazionale e della Lega e la contemporanea afasia di Forza Italia e del Centro. Ho potuto ascoltare al meeting di Rimini la nettezza con cui il ministro del Lavoro Maroni ha sostenuto la contrarietà all?abolizione dell?articolo 18 dello statuto dei diritti dei lavoratori. Mi auguro che sia questa tesi a prevalere e che il ministro del Welfare abbia voce in capitolo nella riforma dello Stato sociale. Non è un paradosso!. So quale potere hanno i ministri economici e quanto è forte la loro tendenza a segnare da soli il perimetro delle compatibilità entro cui operare le scelte. La ragione per cui mi ero molto battuta per una riforma del ministero e per avere il ministero del Welfare era appunto quella di affermare una pari dignità tra ministero economico e ministero del welfare. Non è questione di geometria dei ministeri, ma di peso e potere che possono esercitare le ragioni delle compatibilità economiche e quelle delle riforme sociali. Sarà questo delle politiche del lavoro e del welfare un banco di prova importante per il governo e l?opposizione nei prossimi due mesi. Sul lavoro si continua ad eludere il problema vero. Come dare dignità e sicurezza al lavoro in questo nuovo secolo. Non parlo di cose astratte, ma dei problemi che ci consegnano ad esempio la crescità di quelle forme di povertà legate al lavoro precario dei giovani. Detto in altri temini, se il posto fisso per tutta la vita non è più un obiettivo credibile, bisogna rendere concreta la possibilità di cambiare lavoro e dunque di trovare lavoro. L?obiettivo deve essere quello di una carriera lavorativa che può anche essere composta da più lavori, ma che siano lavori ricchi di un contenuto professionale e dotati di una gamma di diritti.


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