Welfare

Tra sogni e codici a sbarre

Varata la riforma dell' assistenza sanitaria, approvato il decreto che libera i malati di Aids, pronta la legge sul Difensore civico. Ma nelle celle niente è cambiato.

di Cristina Giudici

Aumentano i morti, i suicidi, i decessi per overdose, ma anche le segnalazioni di maltrattamenti e pestaggi. Aumentano i detenuti che ormai hanno toccato il tetto record delle 55mila unità e cresce anche il silenzio (o imbarazzo?) del governo che non risponde alle numerose interrogazioni parlamentari in merito.
Il secolo in carcere si è concluso malissimo: fra istituti di prevenzione e pena trasformati in campi di battaglia, statistiche che sembrano dei veri bollettini di guerra, vecchie leggi mai applicate e tante nuove promesse mancate. Nei mesi di novembre e dicembre nei carceri romani di Regina Coeli e Rebibbia sono morti in circostanze misteriose Marco Giuffreda, Luciana Medici e il 74enne Adriano Tacchia. Dal carcere di Opera sono arrivate notizie di pestaggi di detenuti e incuria nei confronti dei malati di Aids del centro clinico, che per anni era stato presentato come un fiore all?occhiello dell?amministrazione penitenziaria. E non finisce qui. Le cifre mai date alla stampa su quelli che vengono chiamati in gergo tecnico ?eventi critici? rivelano che negli istituti penitenziari la situazione era ingovernabile già da tempo. Nel 1998, secondo il ministero di Giustizia sono stati 6432 gli atti di autolesionismo (soprattutto fra tossicodipendenti italiani e stranieri), 933 tentati suicidi, 51 suicidi, 6228 scioperi della fame e 78 decessi. Cosa succederà nel 2000? Quali sfide attendono il governo, i parlamentari, le associazioni di volontariato? Sarà possibile mettere fine a questo disastro? A parole le riforme sul tappeto che dovrebbero segnare un?epoca di cambiamento anche nelle nostre carceri sono molte: la riforma dell?assistenza sanitaria, entrata in vigore il 1° gennaio del 2000, in teoria assicurerà il diritto di cura a tutti i detenuti. La legge di incompatibilità fra Aids e carcere ?sarebbe? diventato decreto attuativo sin dalla vigilia di Natale e nelle prossime settimane ?dovrebbe? essere approvato il ddl sul lavoro in carcere. Poi toccherà agli educatori e assistenti sociali che ?potrebbero? essere raddoppiati per rinforzare i fallimentari investimenti nella rieducazione e il reinserimento dei detenuti.
Ma in realtà cosa ci aspetta nel 2000? «La situazione è peggiorata molto, dopo l?allarme criminalità», dice il sottosegretario alla Giustizia Franco Corleone, «soprattutto per quanto riguarda il numero dei detenuti che si avvia verso il record del sovraffollamento, però non dobbiamo dimenticare che il quadro normativo già approvato o in discussione alle Camere contiene novità che potrebbero cambiare il volto del carcere. Certo, manca un punto di riferimento, una figura giuridica che sorvegli l?applicazione delle riforme, penso al difensore civico per i detenuti, ma credo sia giusto sottolineare che abbiamo già portato a casa la riforma dell?assistenza sanitaria e al decreto di incompatibilità fra carcere e Aids a cui vanno aggiunti il nuovo regolamento penitenziario all?esame del Csm, che impedirebbe molti disagi e violazioni di diritti all?interno del carcere, e la riforma del Dap che prevede fra l?altro l?aumento di assistenti sociali ed educatori». Quindi quale sarà la sua sfida per il 2000, onorevole Corleone? «Farò il cane da guardia per sorvegliare l?applicazione di queste nuove norme, nella speranza che quegli istituti di pena in cui sono stati fatti dei passi da giganti si trasformino da isole felici in un arcipelago per tutte le carceri italiane».
Già, ma intanto il bilancio ?99 della violazione dei diritti umani è molto critico. Almeno così risulta dal monitoraggio appena concluso dai 40 volontari dell?Osservatorio nazionale sulla condizione della detenzione, istituito dall?associazione Antigone. «La situazione non è omogenea», dice Patrizio Gonnella, «ci sono molti istituti, per esempio in Toscana, dove sono state investite risorse, tempo e persone per favorire il trattamento e il reinserimento dei detenuti, ma ci sono giunte anche molte segnalazioni di segno opposto: maltrattamenti nelle carceri di Vasto, Sulmona e Salerno e una totale chiusura nei confronti delle attività dei volontari a Vicenza, Novara e Brescia». Insomma l?amministrazione penitenziaria soffre di schizofrenia. Mentre vara un regolamento penitenziario da ?Alice nel paese delle meraviglie?, si rifiuta di prendere una posizione pubblica davanti alle denunce ripetute del Comitato di prevenzione della tortura, un organismo del Consiglio europeo. Così Antigone ha deciso di iniziare il nuovo secolo dei diritti dei detenuti rilanciando la proposta del difensore civico, un progetto già provvisto di disegno di legge che giace ovviamente nei cassetti della Camera. Durante il convegno Diritti umani e privazione della libertà personale che si terrà il 28 gennaio a Roma, interverrà anche l?Ombudsman scozzese che parlerà dei benefici di un carcere, dove non sono i magistrati di sorveglianza a dover vegliare sugli abusi in carcere, ma un sindacalista vero e proprio, avulso dai vincoli e dai ricatti che pesano ogni giorno sulle spalle dei magistrati già oberati dal peso della giustizia! E poi nel 2000, anno primo del nuovo secolo, ci aspetta sempre la realtà, quella di tutti i giorni, in cui ai politici spetterà la parte degli annunciatori televisivi dei buoni intenti che verranno puntualmente contraddetti dai fatti. Sarà o non sarà così onorevole Pisapia?«Ci sono due scuole di pensiero», risponde il deputato ed ex presidente della commissione Giustizia alla Camera.«Quella che ha mandato a casa in modo poco educato l?ex direttore degli istituti di pena, Alessandro Margara che rappresentava una garanzia di cambiamento in merito alla tutela dei diritti dei detenuti e quella che cerca di favorire il tanto agognato reinserimento dei carcerati. A mio avviso, la situazione attuale è tornata ad essere quella precedente la legge Gozzini: negazione dei benefici di legge, regime di detenzione restrittivo soprattutto per i condannati con pene lunghe da scontare, decisi non in base al comportamento ma solo sulla base del reato. Un?involuzione drammatica che viene confermata dall?aumento di suicidi, pestaggi e atti di autolesionismo in carcere». Eppure ci sono tante riforme in corso, per esempio quella sulle misure alternative da concedere alle mamme detenute, il difensore civico?«Non credo che in questa legislatura verrà data priorità a queste riforme, anzi mi sembra che la tendenza del ministero sia quella di investire risorse per rafforzare l?apparato repressivo, comprando elmetti per gli agenti dei Gom (l?intelligence penitenziaria), invece di assumere nuovi educatori. La sfida del 2000? Squarciare il velo del silenzio e superare la dicotomia fra leggi annunciate e realtà» . ?

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