Welfare

Tra Cei e Natale Forlani divergenza sui nuovi ingressi nel 2012

Il direttore Migrantes: “Aprire a nuovi ingressi”. Forlani “Già troppi disoccupati tra gli immigrati”

di Riccardo Bonacina

A poche ore dal naufragio di immigrati a largo di Brindisi, la Chiesa italiana chiede di “rivedere le quote per gli ingressi in Italia e in Europa, in particolare dai Paesi mediterranei che vivono rivolte e instabilità. Altrimenti avremo altri tragici arrivi”. A parlare, ai microfoni di Radio Vaticana, è monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. Il ragionamento, ampiamente condiviso nel mondo cattolico, è chiaro: offrire maggiore possibilità di ingresso legale in Italia per evitare viaggi della disperazione che comunque nessuno riuscirà a fermare.

Quasi 100mila ingressi in Italia nel 2011 per i lavoratori extracomunitari; ma per l’anno prossimo si rischia uno stop, a causa delle conseguenze della crisi economica sul mercato del lavoro. “Troppa disoccupazione, anche tra gli immigrati. Inutile far arrivare dall’estero altri lavoratori”, ha dichiarato Natale Forlani, direttore generale dell’Immigrazione al ministero del Lavoro e tra i promotori dell’incontro tra i cattolici a Todi, al sito Stranieriinitalia.it. “Escludo che quest’anno possa esserci un decreto flussi”. La Direzione Immigrazione, che monitora l’andamento del mercato del lavoro e stima i fabbisogni di manodopera straniera, ad avere un ruolo chiave nella definizione delle quote. L’anno scorso si dette il via libera per il 2011 all’ingresso di 98.080 lavoratori non stagionali. Ma per il 2012 potrebbe non esserci nulla. E il perchè lo ha spiegato Forlani:  “Il nostro parere è negativo perché in Italia ci sono già 280 mila disoccupati immigrati, la metà dei quali percepisce forme di sostegno al reddito. Bisogna prima di tutto dare a queste persone la possibilità di ritrovare un lavoro, altrimenti, scaduto il permesso di soggiorno, diventeranno irregolari”. Non è detto però che la partita sia già chiusa: “il nostro è un parere tecnico”, ha sottolineato il direttore generale, spiegando che il nuovo governo “potrebbe fare valutazioni politiche diverse sull’opportunità di un decreto flussi” .

A poche ore dal naufragio di immigrati a largo di Brindisi, la Chiesa italiana chiede di “rivedere le quote per gli ingressi in Italia e in Europa, in particolare dai Paesi mediterranei che vivono rivolte e instabilità. Altrimenti avremo altri tragici arrivi”. A parlare, ai microfoni di Radio Vaticana, è monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. Il ragionamento, ampiamente condiviso nel mondo cattolico, è chiaro: offrire maggiore possibilità di ingresso legale in Italia per evitare viaggi della disperazione che comunque nessuno riuscirà a fermare.

 

Quasi 100mila ingressi in Italia nel 2011 per i lavoratori extracomunitari; ma per l’anno prossimo si rischia uno stop, a causa delle conseguenze della crisi economica sul mercato del lavoro. “Troppa disoccupazione, anche tra gli immigrati. Inutile far arrivare dall’estero altri lavoratori”, ha dichiarato Natale Forlani, direttore generale dell’Immigrazione al ministero del Lavoro, al sito Stranieriinitalia.it. “Escludo che quest’anno possa esserci un decreto flussi”.

L’ingresso in Italia per ragioni di lavoro degli stranieri che non appartengono ai Paesi dell’Unione europea  è possibile solo nell’ambito delle quote di ingresso annualmente stabilite con i decreti sui flussi adottati dal governo, di cui la Cei oggi ha auspicato un aumento.

E’ la Direzione Immigrazione, che monitora l’andamento del mercato del lavoro e stima i fabbisogni di manodopera straniera, ad avere un ruolo chiave nella definizione delle quote. L’anno scorso si dette il via libera per il 2011 all’ingresso di 98.080 lavoratori non stagionali.

Ma per il 2012 potrebbe non esserci nulla. E il perchè lo ha spiegato Forlani:  “Il nostro parere è negativo perché in Italia ci sono già 280 mila disoccupati immigrati, la metà

dei quali percepisce forme di sostegno al reddito. Bisogna prima di tutto dare a queste persone la possibilità di ritrovare un lavoro, altrimenti, scaduto il permesso di soggiorno, diventeranno irregolari”. Non è detto però che la partita sia già chiusa: “il nostro è un parere tecnico”, ha sottolineato il direttore generale, spiegando che il nuovo governo “potrebbe fare valutazioni politiche diverse sull’opportunità di un decreto flussi” .


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