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Touring Club: «Basta consumare suolo»
L'associazione esprime solidarietà alle popolazioni colpite negli scorsi giorni dall'alluvione; priorità dell'agenda politica deve essere mettere in sicurezza l'Italia per far fronte agli eventi metereologici estremi dovuti ai cambiamenti climatici, invertendo un modello di sviluppo che punta più sulla quantità che sulla qualità
Anche il Touring club italiano esprime la sua vicinanza a tutti coloro che sono stati colpiti, in questi giorni, dal dramma dell’alluvione dell’Emilia-Romagna, regione in cui l’associazione è molto presente.
«Le notizie di queste ore sull’alluvione che ha colpito così duramente l’Emilia-Romagna», afferma il presidente Franco Iseppi, «non può che suscitare un sentimento di profonda vicinanza da parte del Touring Club Italiano nei confronti di tutta la popolazione, tra cui sono presenti anche tanti nostri soci e volontari che animano da anni con grande dedizione l’attività dell’associazione a livello locale e gli abitanti di alcuni borghi certificati dal Touring con la Bandiera arancione. La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che per alcune aree, specie in Romagna, si tratta della seconda ondata di maltempo eccezionale che si è abbattuta a distanza di pochi giorni dalla prima, e con una violenza ancora maggiore.
La priorità ora è certamente quella di mettere in salvo le persone e dedicarsi, appena sarà possibile, a restituire alla popolazione abitazioni, infrastrutture e luoghi della vita quotidiana. Le vicende del passato – l’alluvione delle Marche e di Ischia nel 2022, i terremoti che hanno colpito Umbria e Marche (2016-2017), Emilia (2012) e Abruzzo (2009) – insegnano che si tratta di eventi che richiederanno tempo per un ritorno alla normalità».
«Il dolore e le preoccupazioni che emergono nella contingenza, che speriamo si concluda presto senza ulteriori code», afferma Pier Luigi Bazzocchi, Console regionale di Touring per l’Emilia-Romagna, «dovranno però costringere tutti a prendere definitivamente consapevolezza della situazione, mettendo mano a una seria e decisa agenda politica. Le conseguenze dei cambiamenti climatici saranno sempre più all’ordine del giorno nel nostro Paese. Per questo motivo bisogna agire subito in due direzioni fondamentali: mettere in sicurezza l’Italia, soprattutto in quelle zone in cui non si è mai investito in prevenzione o lo si è fatto poco, e rivedere la strategia di azione sui territori per adeguarla ai nuovi scenari che promettono un clima diverso da quello abituale»
«Alla base di tutto resta poi la necessità di arrestare il consumo di suolo», conclude Iseppi, «e di invertire un modello di sviluppo legato alla quantità più che alla qualità: per questo però serve un cambiamento culturale che deve coinvolgere tutti, dalla politica ai cittadini anche attraverso il ruolo che i soggetti del Terzo settore, come il Touring club italiano che ha come missione quella di prendersi cura dell’Italia, possono giocare».
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