Politica

Totoministri: e voi chi mettereste al Welfare?

Il non profit sembra preoccupato del destino riservato al Ministero del Welfare. Tu, chi ci metteresti? Vota online!

di Ettore Colombo

Mentre il Parlamento in seduta comune si appresta a votare l?ex esponente del Pci Giorgio Napoletano a presidente della Repubblica, con il favore di tutta l?Unione e dell?Udc e la scheda bianca (segno di contrarietà al metodo ma non al nome) del resto della Cdl, il quasi certo re-ingresso del candidato bocciato due volte (a Montecitorio e al Quirinale) Massimo D?Alema nella squadra del governo Prodi rischia di complicare ancora di più la difficile composizione del quadro. Ma se un D?Alema che potrebbe essere insieme vicepremier, ministro degli Esteri e capodelegazione dei Ds potrebbe vedere il definitivo rientro di Fassino al Botteghino e l?eclissi dei suoi sogni di governo (salgono, invece, e di parecchio, le quotazioni del leader della Margherita Rutelli) per quanto riguarda però i ministeri del Welfare i contorni appaiono abbastanza definiti. Al ministero del Lavoro (e della previdenza sociale), vecchia denominazione che tornerebbe in auge, andrà un diellino, probabilmente donna (Rosy Bindi) ma forse uomo (tornano a salire le quotazioni di Enrico Letta, anche perché per lui non si parla più dell?incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio), affiancato dall?uomo forte dei ds nel settore, il responsabile Lavoro Cesare Damiano (riformista doc e ben gradito da tutte le parti sociali) mentre al ministero del Welfare (o ciò che ne resta) andrà sicuramente il capodelegazione del Prc Paolo Ferrero e avrà come vice un esponente dl. A dire la verità si era parlato anche di Livia Turco (che dovrebbe andare alla Salute) come ministro e un ruolo forte era stato adombrato anche per il coordinatore dei cristiano-sociali e membro della segreteria ds Mimmo Lucà, che ha storici e forti rapporti con l?associazionismo. Ma con un ministro del Prc le funzioni di vice spettano alla Margherita e dopo le voci su un coinvolgimento del portavoce del Forum del Terzo settore in uscita Edoardo Patriarca (molto vicino al partito di Rutelli) sembra che l?incarico finirà nelle mani della responsabile cooperazione e volontariato del partito Cristina de Luca, che ha mancato l?elezione a deputata. Da via Veneto, invece, si teme un?altra ipotesi, pure ventilata in questi giorni: il declassamento delle Politiche sociali al rango di dipartimento della presidenza del Consiglio e il suo accorpamento con altre emergenze lì giacenti (droghe, sport, etc.). Fonti vicine all?Unione, invece, assicurano che le Politiche sociali-Welfare, pur se scorporate dal Lavoro, resteranno al rango di ministero. Intatte le quattro Direzioni generali attuali (fondo sociale, famiglia, immigrazione versus integrazione sociale, volontariato) ad esse potrebbero aggiun gersi le competenze che attengono alla parte assistenziali del reparto pensioni e gli ammortizzatori sociali quando sono indennità di disoccupazione, oltre che droghe e giovani. Per non dire di altri settori (giovani, sport cooperazione) che potrebbero finire sempre sotto il Welfare. Certo è che lo spacchettamento dell?attuale ministero è cosa fatta. Chi, nel Terzo settore e fuori, protesta dovrà farsene una ragione. E chi ha dubbi su ministri poco conosciuti ma di polso anche.

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  • E ancora: “Lavoro e welfare: divorzio pericoloso

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