Welfare

Tosolin: «Non basta parlare di adempimenti, piuttosto di risultati e di efficacia»

Commenta così Fabio Tosolin, presidente della Società Scientifica di Sicurezza Comportamentale AARBA, lo stato dell’arte della sicurezza in Italia in occasione del Congresso Europeo di Behavior-Based Safety che si svolgerà a Verona dal 9 al 10 maggio, organizzato anche da ANMIL

di Redazione

Quest’anno il Congresso di Behavior-Based Safety, giunto alla sua 7° edizione, è dedicato  a come Costruire e Misurare la Leadership, intesa come la capacità di far perseguire ai propri collaboratori i valori e gli obiettivi di sicurezza dell’intera organizzazione. I lavori permetteranno di approfondire quali sono le prassi evidence-based grazie agli interventi di ospiti internazionali e alla condivisione dell’esperienze di chi ha già avviato il protocollo e di conseguenza ha ridotto il numero di infortuni e medicazioni.

 «Oggi viviamo questo paradosso: la maggior parte degli sforzi di chi segue la sicurezza in azienda è destinata ad adempiere agli obblighi di legge e non a mettere in pratica i protocolli che hanno dimostrato essere più efficaci nel ridurre infortuni, medicazioni e malattie professionali», spiega Tosolin, che è professore a.c. di Fattore Umano nella Gestione HSEQ al Politecnico di Milano.

«Prendiamo l’esempio degli obblighi di formazione introdotti dall’accordo Stato Regioni, a cui le aziende italiane hanno cercato di adempiere nell’ultimo anno. Io sono molto contento per tutti quei formatori che hanno giovato di questo boom di domanda, ma mi metto nei panni dell’imprenditore: è costretto a formare per un numero di ore fissato in base a criteri molto discutibili persone della sua azienda che magari sanno già che cosa fare per la loro sicurezza perché lavorano con lui da 10 anni o, peggio, che sanno già tutto ma non lo mettono in atto perché non sono motivati a farlo. Ed è provato che la formazione è un prerequisito della motivazione e non uno modo per ottenerla perché ti posso motivare a fare qualcosa che tu sai già fare, ma è totalmente inutile formarti su qualcosa che tu sai ma non vuoi fare», aggiunge.

«Da scienziato del comportamento, posso solo dire che ogni intervento – così come lo è la formazione o un protocollo motivazionale – deve essere fatto a seguito di un assessment, e non a priori: quello che voglio dire, più in generale, è che la legge dovrebbe limitarsi a indicare i risultati desiderati e chi ha la responsabilità di quei risultati, non prescrivere come ottenerli, perché in quello la legge sarà sempre meno all’avanguardia della scienza. Infatti è compito della scienza individuare quali sono i protocolli d’intervento più efficace, attraverso la sperimentazione degli stessi», dice Tosolin.

«Faccio un contro-esempio, per spiegarmi meglio – continua Tosolin -.  La legge 81/08 e le sentenze della Cassazione indicano in modo chiaro gli obblighi del preposto: informare i lavoratore dei rischi, vigilare il loro comportamento e segnalare al datore di lavoro gli interventi di miglioramento sugli impianti: ecco, la B-BS, le cui prassi si fondano su sperimentazioni scientifiche, dice esattamente come fare tutto questo in modo efficace. Per ottenere avviare un processo di B-BS capace di ridurre gli infortuni, è fondamentale lo sviluppo dei comportamenti di leadership soprattutto nel datore di lavoro e nei preposti dei processi B-BS perché questi devono modificare profondamente le modalità di gestione dell’organizzazione in generale e della squadra nello specifico: a loro è chiesto di stimolare i propri collaboratori a fare osservazioni sui comportamenti e le condizioni di sicurezza, di rimuovere le barriere al comportamento sicuro, di apprezzare e premiare per ogni comportamento e per ogni parola spesa a favore della sicurezza».

 

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