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Tosi: «La mia battaglia da sindaco no slot»

Dopo l'ordinanza che limita fortemente gli orari di slot e sale giochi a Verona, il sindaco Flavio Tosi rilancia la questione della doverosa e necessaria autonomia di comune e regioni nello stabilire limiti e distanze. Un punto condiviso dai rappresentanti degli enti locali che domani mattina si raduneranno per la Prima Conferenza No Slot contro l'azzardo promossa dalla Regione Lombardia

di Marco Dotti

Verona, 258mila abitanti, una storia, una tradizione. E troppe slot machine. La situazione a Verona è questa: 1.673 slot-machine distribuite in 296 esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, in 69 tabaccherie, 10 edicole, 5 circoli privati, 81 sale da gioco, più 380 “vlt” posizionate in 31 sale. Più o meno 1 macchinetta ogni 125 abitanti. Da parte sua, il Dipartimento delle dipendenze dell’Ulss 20 ha rilevato che la percentuale dei pazienti e dei familiari in terapia è aumentata del 13, 5 per cento nel 2014 e di un ulteriore 11,9 per cento nel 2015. Numeri e percentuali che parlano chiaro e impongono di intervenire.

Così ha fatto Flavio Tosi, il pragmatico sindaco della città scaligera, che con un’ordinanza dal 17 febbraio scorso ha imposto rigorosi limiti orari all’offerta di gioco. In tutti i locali sul territorio del Comune, l’accensione degli apparecchi da gioco con vincita in denaro, presenti negli esercizi commerciali sarà autorizzata solamente per 8 ore al giorno. L’ordinanza prevede inoltre per le sale giochi autorizzate l’apertura dalle ore 10 alle 13 e dalle 17 alle 22.

A parole tutti vorrebbero limitare la diffusione dell’azzardo, ma sembra che gli unici a mettere in pratica questi propositi siano sindaci e amministratori locali. Lei come valuta la presa di posizione in questo campo di chi ha la responsabilità di amministrare e governare un territorio? È davvero una “ingerenza nelle competenze statali”, come ha più volte sostenuto qualcuno, anche in Parlamento, o si tratta di un dovere che bisogna avere il coraggio di rivendicare e praticare come tale?
Viviamo in un Paese dove, non per colpa dell’attuale governo ma a causa di responsabilità che si sono sedimentate nel corso degli ultimi decenni, i governi che si sono succeduti non hanno ridotto la spesa e il debito pubblico ma hanno cercato di far cassa in tutte le maniere possibili. Oggi ci ritroviamo quindi con accise altissime sul fumo, sull’alcool e sul gioco d’azzardo, con conseguenti guadagni incredibili per lo Stato; per questo le normative sono sempre più permissive, anche se questo va a discapito della salute dei cittadini. Lo Stato dovrebbe modificare drasticamente i suoi conti per non dipendere più da tutto questo. Diversamente noi Sindaci, per quanto riguarda il gioco d’azzardo, cerchiamo di intervenire per contrastare, per quanto ci è possibile, quello che è diventato un fenomeno con risvolti sanitari sociali dimostrati: la “ludopatia”.

Lei è intervenuto più volte in tal senso, da ultimo con un’ordinanza entrata in vigore mercoledì 17 febbraio che il limite orario di accensione è spegnimento delle “macchinette” e di apertura delle sale gioco sul territorio del Comune. Ci spiega l’evoluzione e la ratio di questo intervento?
Le Ulss ci hanno fornito i dati dei pazienti in trattamento, i numeri di chi è ancora in fase di colloquio iniziale e le percentuali di incremento annuale delle persone affette da GAP, patologia che crea disastri a livelli finanziari ma anche familiari, come abbiamo potuto riscontrare direttamente anche in una dipendente comunale. Per questo il provvedimento che abbiamo approvato in Giunta non ha finalità amministrative o commerciali, ma piuttosto sanitarie. Il Sindaco, infatti, in qualità di autorità sanitaria della città cerca di limitare i danni prodotti da una eccessiva presenza di giochi e sale slot sul territorio. L’ordinanza va a colpire tutte le macchinette che danno premi in denaro, sia quelle nelle sale slot sia quelle nei bar, tabaccherie e ristoranti, che non possono essere accese al di fuori degli orari previsti. Abbiamo inoltre approvato sanzioni pesanti affinché i titolari degli esercizi siano disincentivati a violare il provvedimento.

Quanto è importante fare rete su questo tema? Coinvolgerà altri attori – provincia, reti sanitarie, altri comuni – in questo progetto?
Abbiamo già iniziato a fare rete, confrontandoci al tavolo della conferenza dei Sindaci dell’Ulss 20, così come è avvenuto in un’altra Ulss della provincia. È fondamentale che tutti i Comuni adottino lo stesso provvedimento altrimenti per assurdo a un veronese basterebbe spostarsi di qualche chilometro per giocare, vanificando l’effetto sanitario di questo regolamento. Auspico che all’unanimità anche gli altri Sindaci possano far proprio il regolamento.

Qual è secondo il Sindaco Tosi il punto forte dell’ordinanza?
Il punto di forza dell’ordinanza è sicuramente l’elenco dei dati sanitari che descrive quanto è in aumento la ludopatia tra la popolazione. I numeri rendono forte il provvedimento anche di fronte al Tar. Fino ad oggi, infatti, non avevamo adottato nessun regolamento proprio perché senza numeri concreti a dimostrazione del problema avremmo rischiato di perdere eventuali ricorsi, così come accaduto ad altri Comuni. Ora, grazie anche ad una sensibilità diversa dei magistrati che comprendono la gravità della diffusione di questa patologia, l’avere in mano dati sanitari rafforza i nostri provvedimenti.

C’è un’espressione inglese, “convenience gambling”, usata negli Stati Uniti per definire il fenomeno di un azzardo di massa che entra in tutti i luoghi di prossimità. La gente come accoglierà questa riduzione dell’offerta di azzardo proprio nei luoghi di prossimità?
I cittadini e soprattutto chi abita nei condomini che al piano terra ospitano le sale giochi saranno sicuramente contenti, non solo perché comprendono i danni che il gioco può provocare, ma anche perché queste restrizioni riducono possibili fenomeni di degrado.

Quale messaggio lancia il Sindaco Tosi e il Comune di Verona al Paese e ai suoi territori?
L’unico messaggio che posso lanciare è diretto al governo: se come Sindaci possiamo provare ad intervenire sul territorio, è fondamentale un’azione del legislatore rispetto al gioco online, in modo da dare una risposta efficace, coordinata e di buon senso.

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