Welfare

Torture. Mons. Lajolo: “Chi non le condannerebbe?”

Per il ministro degli Esteri del Vaticano si tratta di "brutali episodi contrari ai piu' elementari diritti umani e alla morale cristiana"

di Ettore Colombo

”Chi non condanna tali brutali episodi? Sono contrari ai piu’ elementari diritti umani, sono radicalmente contrari alla morale cristiana. Lo scandalo e’ tanto piu’ grande, se questi episodi sono stati commessi da cristiani. Ma in causa non e’ il cristianesimo, bensi’ il contrario di esso”. Cosi’ mons. Giovanni Lajolo, ‘ministro degli Esteri’ del Vaticano, commenta in un’intervista andata in onda stasera come copertina del Tg2 delle 20,30 la vicenda delle sevizie ai prigionieri iracheni nella prigione Abu Grahib, dove nei giorni scorsi alcuni cartelli di manifestanti dicevano: ”avete dato una pessima impressione degli Stati Uniti e dei cristiani..”. ”Nella violenza fatta all’uomo -ha detto l’arcivescovo- e’ offeso Dio stesso che lo ha creato a sua propria immagine. Va anche aggiunto che in una democrazia tali delitti non vengono occultati, ma denunciati pubblicamente, come di fatto e’ avvenuto negli Stati Uniti, ed i responsabili vengono sottoposti a giudizio e puniti, e cosi’ pure i loro immediati superiori che non hanno vigilato come era loro grave dovere”. Sul ritiro delle truppe mons. Lajolo ha risposto che ”ora, nella presente situazione, bisogna muoversi in spirito di solidarieta’ verso la popolazione irachena, ma anche nei confronti di quanti altri sono impegnati, con non lievi sacrifici, ad aiutarla”. Il Papa, ha aggiunto, ”incoraggia quanti operano in Iraq per il recupero della piena sovranita’ e indipendenza del Paese e per ristabilire condizioni di sicurezza per tutti. E’ indispensabile, secondo me, che a capo del Paese vi sia quanto prima un leader iracheno capace, riconosciuto come tale dalla popolazione, che parli alla gente nella sua lingua e secondo la sua sensibilita’. La presenza di Brahimi a Baghda fa sperare che l’Onu possa presto assumere un ruolo positivo determinante”.


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