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«Torniamo con 300 rifugiati ucraini, ci saranno altre carovane»
«159 associazioni aderenti, 65 mezzi carichi di 32 tollerante di aiuti umanitari scaricati a Leopoli», dice Silvia Stilli, portavoce di Associazione ong italiane - Aoi, che in queste ore sta rientrando a Roma. «221 volontari che hanno marciato per la pace e 300 i rifugiati, la maggior parte in condizioni sanitarie precarie, che in queste ore stanno raggiungendo varie zone in tutta Italia». Questo è il primo bilancio dell'iniziativa di pace Stop the war now, nata dalla società civile italiana
di Anna Spena
Arriverà oggi a Roma nel tardo pomeriggio il bus con 50 dei 300 rifugiati Ucraini che hanno lasciato il Paese grazie alla carovana di pace italiana “Stop the war now”. L’iniziativa è nata dalla società civile italiana, hanno aderito 159 associazioni e sono stati 221 i volontari che hanno raggiunto l’Ucraina.
Tra loro Silvia Stilli, portavoce di Aoi, associazione ong italiane, che da poche ore ha varcato il confine italiano e sta per raggiungere la capitale. «La carovana», racconta Stilli, «è stata promossa da diverse associazioni tra cui Comunità Papa Giovanni XXIII, AOI, Rete Disarmo, Focsiv, Arcs, Pax Christi, e molte altre poi si sono aggiunte. Con noi anche Giuseppe Satriano, arcivescovo della diocesi di Bari che ha incontrato i capi religiosi delle chiese greco-cattolica, cattolica e russo ortodossa di Leopoli. Della Carovana abbiamo iniziato a parlarne poco più di tre settimane fa, volevamo entrare in territorio ucraino per testimoniare con la nostra presenza sul campo la volontà di pace. Siamo partiti da Gorizia all’alba del primo aprile, passando per la Polonia. E abbiamo ripreso il viaggio verso l’Italia la mattina del tre aprile».
Sono arrivati a Leopoli 65 mezzi, carichi di 32 tonnellate di aiuti umanitari: «dal cibo alle medicine, dai prodotti igienico – sanitari alle sedie a rotelle per i disabili», dice Stilli. «Nel chiedere che si proclami immediatamente il cessate il fuoco, che si dia spazio alla diplomazia internazionale e alle Nazioni Unite per la risoluzione della controversia e che si consenta subito alle organizzazioni umanitarie internazionali di intervenire, la Carovana della Pace vuole testimoniare la vicinanza alle vittime civili e dimostrare che si può fare qualcosa concretamente».
Una volta arrivati i 221 volontari hanno scaricato gli aiuti in un magazzino messo a disposizione dalla Caritas di Leopoli. «Svuotati i mezzi», continua Stilli, «abbiamo organizzato la ripartenza. Con questa prima iniziativa siamo riusciti a portare in Italia 300 persone che sono fuggite da Mariupol e dalle zone confinanti con il Donbass, persone con grandi traumi ed un carico di dolore inimmagginabile. È stata la Caritas di Leopoli a segnalarci le persone con maggiore difficoltà e fragilità».
«La maggior parte delle persone», continua Stilli, «ha gravi patologie. Le 50 che viaggiano sul nostro automezzo – gestitito da Arci solidarietà, ARCS e AOI in collaborazione con Roma Capitale – saranno portate all’hub di Roma Termini. Qualcuno ha bisogno subito di ricominciare i trattamenti di dialisi o le chemioterapie. Alcuni saranno quindi spostati in ospedale, altri nelle strutture di accoglienza. Siamo andati fisicamente in Ucraina per dimostrare che si è aperto un corridoi con l’Italia, e stiamo già pensando alle prossime carovane. Teniamoci stretti che quando si fanno cose giuste e si fanno insieme accadono cose belle, nonostante tutto».
Credit Foto Stop the War now
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