Economia

Tornano i bonus miliardari a Wall Street. Alla faccia dei poveri

L’anno scorso le aziende quotate alla Borsa di New York hanno distribuito 26,7 miliardi di dollari di bonus ai loro manager, il 15% in più rispetto al 2012. Una cifra che rappresenta da sola il doppio di quanto guadagna il milione di lavoratori che percepisce il salario minimo. Un fallimento per la riforma finanziaria del 2008, e un danno all'economia tutta

di Gabriella Meroni

Wall Street non si smentisce. Crisi o non crisi, l’anno scorso le aziende quotate alla Borsa di New York hanno distribuito 26,7 miliardi di dollari di bonus ai loro manager (una cifra che si piazza al terzo posto di sempre), il 15% in più rispetto al 2012. Per dare un’idea di quanti soldi sono, basti pensare che questa somma è circa il doppio il totale guadagnato da tutti i lavoratori americani – e sono più di un milione – che percepiscono il salario minimo, 7,25 dollari l’ora.
Un vero e proprio scandalo emerso grazie alla ricognizione annuale sui bonus effettuata dal New York State Comptroller’s office, ufficio che si occupa di controllare il sistema retributivo e previdenziale dello stato. Che cosa sarebbe successo se quei miliardi fossero finiti, anziché nelle tasche di chi non ne ha bisogno, a foraggiare l’economia reale? Se lo sono chiesto molti giornali americani, e qualcuno ha risposto, calcolando che ogni dollari in più che finisce nelle tasche dei poveri diventa 1,21 dollari in termini di aumento del Pil, perché permette a queste persone di acquistare qualcosa di più e di diverso dei beni di stretta necessità. Al contrario, ogni dollaro in più guadagnato da chi detiene un reddito alto aggiunge solo 39 centesimi al Pil.
Di conseguenza, se i quasi 27 miliardi di dollari incassati dai mogul di Wall Street fossero andati ai lavoratori “al minimo”, l’economia americana avrebbe visto entrare in circolo 32,3 miliardi in più invece dei 10,4 che arriveranno nell’attuale situazione. “E’ il prezzo che paghiamo all’avidità e alla cultura dei bonus”, ha scritto Sarah Anderson, direttore del Global Economy Project presso l’Institute for Policy Studies e autrice del saggio “Wall Street Bonuses and the Minimum Wage. “Oltretutto i bonus, come si è visto nella crisi del 2008, incoraggiano comportamenti speculativi ad alto rischio che mettono in pericolo la tenuta dell’intera economia”.
In effetti, all’indomani della gigantesca bolla dei mutui e della conseguente crisi delle Borse, la riforma finanziaria varata negli USA avrebbe dovuto mettere un freno alla politica dei bonus stellari; tuttavia l’applicazione della legge lascia molti margini di discrezionalità, nei quali si sono infilate di nuovo le aziende quotate. 
 

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