Formazione

Torna un film mitico: Apocalisse a Holliwood

Torna Apocalipse now. Coppola rimonta il film, proprio mentre la guerra è di nuovo tragica realtà. Intervista di Christophe d'Yvoire

di Benedetta Verrini

Come si gira un vero film di guerra? Facendo del set un autentico teatro di guerra. Francis Ford Coppola nel 1977 era un regista famoso e reso miliardario dal successo de Il Padrino 1 e 2. Hollywood gli avrebbe offerto tutte le possibilità di arrotondare il suo conto in banca e la sua fama. Invece s?intestardì nel voler realizzare un progetto tremendo: mettere in film Cuore di tenebra di Joseph Conrad, ambientandolo nella guerra del Vietnam. Per girare il film ipotecò anche la sua casa, perché non voleva finanziamenti che lo condizionassero. Chi ha vissuto quei mesi sul set nelle Filippine ha il ricordo di un clima tremendo, di una pressione psicologica spasmodica, molto simile a quella che vivono le truppe al fronte. Coppola voleva portare a galla il volto della guerra senza nessun camuffamento. E per farlo aveva bisogno di girare un kolossal, il primo kolossal antimericano della storia. Al centro del film c?è la storia del colonnello Kurtz, figlio degenerato della logica della guerra. Coppola con Kurz-Marlon Brando dà corpo a una delle creature più cupe e tremende della storia del cinema: Kurtz il colonnello esemplare, l?eroe della guerra di Corea, che si ribella ai suoi superiori giudicandoli incapaci di condurre la guerra sino alle sue estreme conseguenze di crudeltà, è come il mostro che rivela il suo vero volto. Ora il capolavoro scandaloso di Coppola ritorna sugli schermi con un nuovo montaggio. Sono state reintegrate alcune scene tagliate, soprattutto quella in cui Brando svela per un attimo il suo volto. Infatti nel primo Apocalipse now il grande attore appare solo e sempre nella penombra. Lo aveva imposto lui, arrivato sul set troppo grasso per poter interpretare la parte di un fanatico ufficiale dei marine. Apocalipse now torna sugli schermi proprio mentre la guerra ha smesso di essere soggetto di fiction ed è diventato uno spettro reale. Tra l?altro il film di Coppola si porta dentro un altro enigma: quello della fine. Il regista era rimasto incerto tra due conclusioni, mentre una terza, la più spettacolare, venne solo girata (il bombardamento reale del set nelle Filippine). Il capitano Willard, incaricato della missione impossibile di eleminare il colonnello Kurtz, alla fine riesce nell?intento. Ma resta l?enigma: lui prenderà il suo posto come capo dei fanatici o tornerà nei ranghi? Coppola aveva previsto tutt?e due i finali. Perché la guerra non ha logica né conclusione: è un copione sempre aperto. Ventidue anni dopo l?uscita di Apocalypse now, oggi lei ne presenta una versione definitiva. Che cosa prova? Francis Coppola: Devo prima di tutto confessare che il passato mi interessa molto meno del futuro. Ma sapendo che questo riposa comunque sul passato, devo farci i conti?Per quanto riguarda Apocalypse now, sapevo che mi restava molto materiale che non avevamo potuto utilizzare nella versione originale. All?epoca, tutti pensavamo che oltrepassare le tre ore di durata avrebbe reso il film ancora più bizzarro di quello che era, e che il grande pubblico non sarebbe stato pronto ad accogliere una versione tanto lunga. Di fatto, avevamo paura di affossare il film e di prestare il fianco alle polemiche già nascenti. Perciò ho tentato di fare una versione che rappresentasse un buon equilibrio tra quello che io desideravo e quello che mi sembrava il pubblico avrebbe potuto sopportare. Ma tutto questo è stato realizzato in una certa confusione e vi ricorderete senza dubbio che la versione che avevo presentato a Cannes non era nemmeno definitiva. Avevo voluto presentare il film al festival a tutti i costi, per mettere a tacere le voci negative. C?erano stati moltissimi articoli sui giornali che annunciavano che il film era un disastro e che ne avevamo totalmente perso il controllo… Domanda: Perché ha aspettato tanti anni a presentare questa versione integrale? Coppola: Il mio staff, in particolare Paul Rassam (amico di lunga data e distributore del film), mi domandava in continuazione: «Perché non ti butti in una versione lunga?». Ho atteso che fosse disponibile Walter Murch, il montatore del film. E un anno fa ci abbiamo rimesso mano. Domanda: è stato tentato di rivedere l?impianto originale? Coppola: Ne avevamo parlato, Walter e io, ma non l?abbiamo mai preso seriamente in considerazione. L?inizio e la fine del film mi piacciono esattamente come sono. Abbiamo deciso di non toccarli. Cinque anni fa, mi trovavo a Londra e Apocalypse now passava alla tv. Adoro l?inizio del film, con il rumore dell?elicottero e la pala del ventilatore, e ho voluto rivederlo. Ma mi sono lasciato coinvolgere e ho finito per rivederlo tutto. E quello che ho provato è stato abbastanza curioso: ho sempre pensato che Apocalypse now fosse un film strano, che non poggiava su un genere cinematografico preciso, ma su una dimensione sconosciuta, metafisica, morale, misteriosa. Rivedendolo alla televisione, mi sono detto: ?Questo film non è affatto strano e misterioso!?. I tempi sono cambiati, e quello che all?epoca era fuori dall?ordinario oggi non lo è più. In pratica, mi sono reso conto che Apocalypse now non era un film così folle come credevo. Allora ho preso seriamente in considerazione l?idea di fare una versione lunga, pensando che avrei potuto permettermi di fare un film più ricco, più atipico, proprio come l?avevo concepito all?inizio, semplicemente perché il pubblico di oggi è abituato a vedere cose più atipiche. E poi, col tempo, è diventato un classico e mi sono detto che gli spettatori sarebbero stati certamente più tolleranti. I critici si sono mostrati molto duri col film alla sua uscita. Lo trovavano troppo visionario, sostenevano che la fine non fosse chiara. C?è stata una sorta di ?sindrome da 2001, Odissea nello spazio?. Volevano una fine più tradizionale e ci fu una grossa battaglia. Il clima oggi è diverso. Domanda: Per l?uscita del dvd, tre anni fa, lei ha offerto come bonus la scena della distruzione del campo di Kurtz. Sapeva già che non l?avrebbe utilizzata nella versione definitiva? Coppola: è una scena che non ha mai fatto davvero parte del film. Avevo girato l?esplosione giusto nel caso in cui l?avessi voluta utilizzare. Quando si gira un film, non si sa mai esattamente quello di cui si avrà bisogno in fase di montaggio. Domanda: Si dice che il monologo finale di Marlon Brando durasse 45 minuti? Coppola: è vero che c?erano delle cose interessanti che avremmo potuto aggiungere nel monologo, ma penso che un personaggio come Kurtz vada usato con molta parsimonia. Kurtz è come un?illusione: se ne aggiungi delle tonnellate, perdi il suo mistero. Invece Kurtz si appoggia sul suo mistero. è per questo che, del monologo, non abbiamo salvato che due parole: «L?orrore, l?orrore?». è detto tutto. Non mi è sembrato che fosse necessario aggiungere qualcosa. Domanda: Brando ha visto la nuova versione? Coppola: Non ancora. Recentemente gli ho scritto una lettera per invitarlo a una proiezione, ma non ho avuto risposta. Domanda: I due eroi di Apocalypse now, Willard e Kurtz, sono tipici del suo universo. Da una parte, un uomo solitario in cerca di assoluto, dall?altra, un capo clan carismatico e amorale. In essi intravede due aspetti della sua personalità? Coppola: Ho sentito dire tante volte che ero come Kurtz, folle e insensato, o anche come Michael Corleone, molto freddo e determinato, o come Tucker…Ci si identifica sempre molto con i personaggi che si scelgono, esattamente come fanno gli attori. Quando si osservano le più belle interpretazioni degli attori, si percepisce sempre la loro personalità dietro il personaggio. Ma per rispondere alla domanda, sì, certamente, mi ritrovo sia in Willard che in Kurtz. Domanda: Lei direbbe che Apocalypse now costituisca uno dei punti più alti della sua carriera di regista? Coppola: Direi che Il Padrino, Il Padrino 2, La conversazione e Apocalypse now corrispondono a un momento della mia vita in cui le cose andavano molto bene. Tutto quello che facevo riscuoteva successo e questo mi stimolava enormemente. Domanda: L?esperienza di Apocalypse now l?ha fortificato o reso più fragile? Coppola: Penso che mi abbia reso più fragile. Il fatto di essere stato tanto screditato e rifiutato mi ha profondamente ferito. Mi sono stati necessari anni interi per ritrovare le risorse finanziarie e spirituali necessarie per ripartire? La più grande qualità di un giovane regista è la sua ignoranza, il non sapere fino a che punto certe cose che vuole tentare possono essere stupide. Il regista più anziano ha come vantaggio la sua esperienza, ovviamente, ma come handicap il fatto di aver perso questa ignoranza. Dopo Apocalypse now, io ho capito che non avrei sempre conosciuto solo il successo. E che non sarei mai più stato un giovane regista.


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