Economia
Torna in cattedra il prof della pipì sul cespuglio
Il giudice ha deciso per il reintegro. Il sindacato degli insegnanti: «Situazioni in aumento, chiediamo una revisione delle norme e di circoscrivere le informazioni da acquisire ai soli provvedimenti penali significativi, quelli che precludono l’assunzione»
I 46.333 sostenitori della petizione “Chi l'ha fatta fuori dal vaso??? Reintegrate Stefano Rho” possono tirare un sospiro di sollievo. Ma soprattutto lui, Stefano Rho, l’insegnante bergamasco licenziato dallo Stato perché nel 2005 aveva fatto pipi su un cespuglio a bordo strada. Il giudice ha deciso per il reintegro del professore, con il pagamento degli arretrati. Tecnicamente il problema era stata non la pipì ma il fatto che il professore non aveva denunciato la condanna a un’ammenda relativa a quell’episodio, dichiarando invece di non avere precedenti penali nel suo casellario giudiziario. Per questa dichiarazione mendace è stato licenziato. In questi due mesi il prof ha tenuto un corso di 40 ore di alfabetizzazione per minori stranieri in una comunità di Sorisole. «È l’effetto di una macchina burocratica abnorme e invadente che solo una vera volontà riformatrice può domare», dice Elena Bernardini, segretaria generale della FLC-CGIL di Bergamo (cui il professore Rho è iscritto).
Secondo il sindacato sono molti e in aumento i casi simili a quello del professore Rho: «Il Ministero sceglie di conciliare: una decisione di buon senso. Buon senso a cui, del resto, si era sempre affidata, fino allo scorso anno, la dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Bergamo in questo come in altri casi pressoché uguali. Interveniva, infatti, con provvedimenti disciplinari proporzionali alla gravità delle condanne non dichiarate. Tutte condanne lievi, datate, spesso estinte e comunque tali da non pregiudicare il diritto all’assunzione. Inviamo un appello al Presidente della Repubblica, ai Ministri della Pubblica Amministrazione, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ma anche dell’Economia e delle Finanze e a tutto il Parlamento», spiega Bernardini.
L’appello in sostanza chiede di consentire a chi ha già sottoscritto autocertificazioni, all’atto di inserimento in graduatoria o di accettazione di un contratto, di integrare la documentazione, per sanare eventuali dimenticanze; che chi ha già subito la sanzione amministrativa del licenziamento possa ora partecipare al concorso del personale docente o iscriversi nelle graduatorie; di circoscrivere le informazioni da acquisire ai soli provvedimenti penali significativi, quelli che precludono l’assunzione; di modificare la legge sul Casellario Giudiziale, correggendo quel doppio binario per cui la Pubblica Amministrazione può conoscere di me più di quanto non possa sapere io stesso.
In foto la famosa Manneken Pis statue a Bruxelles, con un mazzo di tulipani in omaggio alle vittime di martedì.
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