Formazione
Torna il Festival dei Saperi Educativi – EDU 2013: l’educazione ai rapporti
Educare alla qualità delle relazioni. La formazione al centro delle dinamiche dei rapporti umani e della costituzione della società è il filo conduttore della quarta edizione della manifestazione che si svolgerà a Vitorchiano, in provincia di Viterbo, da sabato 24 a domenica 25 maggio.
di Redazione
L'evento è organizzato dall’Istituto Superiore Universitario di Scienze psicopedagogiche e sociali “Progetto Uomo” (IPU), in collaborazione con il Comune di Vitorchiano, suggestivo borgo medievale della provincia di Viterbo. La manifestazione, gratuita, è rivolta a educatori, docenti, studenti e operatori dei servizi pubblici, privati e del terzo settore, genitori, ragazzi e a tutti i cittadini, “per fare il punto” su temi psicologici, pedagogici e sociali. Durante il Festival saranno realizzate lezioni in piazza, laboratori per le scuole, proiezioni, spettacoli e due manifestazioni sportive riservate a preadolescenti.
L'educazione è un argomento di forte attualità, in un momento che vede la crisi economica fagocitare energie e risorse alla formazione soprattutto nel nostro Paese, come evidenzia uno studio realizzato dalla Commissione UE: tra il 2010 e il 2012 l’Italia ha ridotto di oltre il 5% gli investimenti nell’istruzione (così “male” nell’Unione hanno fatto solo Grecia, Portogallo, Cipro, Ungheria, Lettonia e Lituania). Ed è addirittura del 50% il taglio nelle spese per la formazione professionale dei nostri insegnanti tra il 2011 e il 2012.
«Attraverso il Festival dei saperi educativi – commenta Nicolò Pisanu, Preside dell’Istituto Universitario Progetto Uomo-, l’IPU vuole coltivare, perseguire e condividere finalità e obiettivi del mandato educativo, con la consapevolezza che è compito di tutti e non solo degli addetti ai lavori; anche per questo il Festival invade strade e piazze e si colora di dialoghi, rappresentazioni, laboratori con e per tutti. Aiutare l'uomo a crescere come persona ma anche a sviluppare creatività e aspirazioni fa parte dei compiti non facili dell'educazione. Ma soprattutto educare significa costruire relazioni perchè ogni contatto tra due individui determina un effetto in entrambi e quindi la scuola appare come una palestra ideale per allenarsi al gioco delle relazioni umane».
Un altro dato fortemente indicativo circa l’importanza cruciale della formazione e dei rischi legati a un “abbassamento della guardia” rispetto a questo argomento è il crescente numero dei Neet (Not in Education, Employment or Training), ovvero dei giovani tra i 15 e i 29 anni non più inseriti in un percorso scolastico, ma neppure impegnati in un’attività lavorativa. L’Italia detiene una triste maglia nera a livello europeo, con il 22,7% di Neet fra i suoi giovani (circa 2 milioni, secondo uno studio pubblicato a fine 2012 targato Eurofound, la fondazione dell'Unione Europea specializzata nella consulenza sui temi del lavoro e delle condizioni di vita) e ben 10400 ragazzi in questa condizione nella sola città di Roma (dati Censis del 2013).
Dalla sua fondazione l’Istituto Superiore Universitario di Scienze Psicopedagogiche e sociali “Progetto Uomo” – IPU (sede distaccata e affiliata dell’Università Pontificia Salesiana) declina l’educazione quale elemento determinante ai fini della costruzione della società, finalizzato a svelare e nutrire il potenziale umano, che, di conseguenza, riverbera nel sociale, onde approdare ad un futuro sostenibile e degno di essere vissuto laddove, oggi, pare che le persone abbiano più timore del peggio che non speranze, e rischiano di annichilirsi nell’omologazione del pensiero collettivo e nella cultura del relativismo. Attraverso la vita del campus con i curricola di Laurea, i Master, le attività formative e gli eventi particolari come il Festival dei Saperi Educativi, l’IPU intende richiamare annualmente l’attenzione sull’educazione come investimento fondamentale per il futuro di una nazione, quindi “affare” di tutti, patrimonio da consolidare, rivitalizzare, trasmettere e impegno di chi governa. Ciò comporta una riflessione pedagogica di ampio respiro sulle mete e le funzioni educative, per ridefinire la natura, la rotta e gli scopi dell’educazione, in linea con le odierne rotte epocali, scandite dalla globalizzazione, dal bisogno della persona di sentirsi rispettata e protetta nel suo habitat, dal pluralismo, dall’incontro/scontro con altre culture, dalle metamorfosi del sentire etico e religioso.
Il Festival sarà l’occasione per dialogare con personalità, ricche di studi ed esperienza, che a vario titolo si occupano di tematiche relative all’età evolutiva, formazione, salute mentale e dinamiche socio-relazionali.
Paolo Gambini, Paolo Feo, Giorgio Bressa, Cecilia Gentile e Maria Rita Parsi, ci parleranno di bambini e ragazzi, sotto diverse angolature: l’adolescente che manca di un adulto autorevole e significativo; il bambino sollecitato e ferito da un evento “incomprensibile” come il terremoto o deprivato della vita stessa a causa di un endemico e sanguinoso conflitto; il ragazzo che paventa una carriera lavorativa più fantastica che reale e interpella il padre.
Roberto Diana, Giuseppe Petrini, Giovanni Casula metteranno a fuoco l’identità e il ruolo di una figura professionale poco conosciuta ma molto richiesta dal contesto odierno: l’Educatore Sociale, che opera in tutte le strutture e le situazioni educative e rieducative extrascolastiche e Mauro Pandimiglio presenterà, appunto, un’esperienza significativa dell’educativa sociale.
Mario Brutti e Stefano Bovero, rifletteranno su problematiche di sfondo: le istanze di cambiamento che oggi urgono e “nuove” dipendenze .
I Laboratori e le rappresentazioni teatrali richiameranno aspetti poco esplorati nella formazione e nella riabilitazione: l’educazione ai rapporti, lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, il gioco (in chiave simbolico/educativa) come strumento da attivare, per poter dialogare con l’allievo o l’utente e i Servizi, aprirlo a se stesso e agli altri, educarlo alla relazione, nonostante i suoi limiti e puntando alla risorse della persona stessa quale propedeutica al suo essere e vivere nel mondo in quanto le conoscenze da apprendere saranno comunque gregarie alle capacità di stare nel mondo.
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