Mondo
Torna il Festival dei diritti umani, per la prima volta in forma diffusa
Al via il 14 ottobre il Film Festival Diritti Umani Lugano, che quest’anno si presenta in forma itinerante, coinvolgendo diverse città del Cantone, come Bellinzona, Mendrisio e Locarno. Chiude la manifestazione, il 18 ottobre, il film “I am Greta” diretto da Nathan Grossman, sulla vita dell'attivista svedese Greta Thunberg
La settima edizione del Film Festival Diritti Umani Lugano (Ffdul) si presenta quest'anno in una versione itinerante, che si estende ad altre città svizzere, come Bellinzona, Mendrisio e Locarno, partendo e terminando da Lugano.
Un festival diffuso, che si tiene dal 14 al 18 ottobre, per consentire a un maggior numero di persone di fruire dell’evento nei cinema vicino a casa, senza doversi spostare in massa in un’unica sala, rispettando le disposizioni vigenti in materia di sicurezza.
In questo momento storico di emergenza sanitaria, il festival ha voluto confermare la sua presenza, con un’edizione contenuta in termini di film e incontri, ma con la particolarità di essere diffusa all’interno del Cantone. La manifestazione conferma anche il suo impegno nel trattare i temi caldi dell’attualità e della vita sociale, che continuano a premere anche se l’attenzione mediatica è concentrata sull’emergenza sanitaria.
17 film verranno presentati al pubblico, cui si aggiungono due cortometraggi; di questi, 4 sono prime svizzere (Fat Front di Louise Detlefsen e Louise Unmack Kjeldsen, Nasir di Arun Karthick, We have boots di Evans Chan e When we walk di Jason DaSilva, che è anche il vincitore del Premio per i diritti umani per l’autore) e una prima internazionale, Ritorno in apnea di Anna Maria Selini.
Tra i molti temi affrontati in questa edizione l’informazione, e in particolar modo la capacità e la possibilità di fare un’informazione giornalistica libera. Questo tema, molto caro al festival, viene sviluppato in modi diversissimi, a partire dalla narrazione della pandemia. Una particolare attenzione va soprattutto a coloro che hanno cercato di stare fuori dal coro, dando un valore all’informazione che va oltre la semplice cronaca dei fatti.
Come in Ritorno in apnea della regista e giornalista bergamasca Anna Maria Selini, première internazionale del documentario che ci porta nella provincia di Bergamo, la più flagellata dal Coronavirus, tra luoghi e persone direttamente colpite. Un’esperienza che diventa sempre meno giornalistica e più personale, tra il dolore, il trauma collettivo e la ricerca di un senso. Al termine del film la regista Anna Maria Selini, e il produttore Alberto Valtellina saranno presenti in sala per il dibattito.
Il festival si apre a Lugano, il 14 ottobre, con Welcome to Chechnya di David France, che porta alla luce le violenze e le gravi discriminazioni che le persone appartenenti alla comunità LGBTQ devono subire in Chechnya, attraverso torture e incarcerazioni. Grazie all’intervento di un gruppo di attivisti, le vittime vengono portate all’estero in luoghi più sicuri.
I cinque giorni di festival si concludono, sempre a Lugano, con una profonda riflessione sull’ambiente in I am Greta di Nathan Grossman, film recentemente presentato all’ultima Mostra internazionale del Cinema di Venezia, in cui il regista segue la giovane attivista svedese dall'inizio della sua battaglia per salvare il pianeta.
Foto: gentile concessione di Film Festival Diritti Umani Lugano
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.