Non profit

Torna “Abbiamo Riso per una cosa seria” il diritto al cibo

Sabato 17 e domenica 18 maggio nelle piazze italiane dodicesima edizione della campagna promossa da Focsiv per il diritto al cibo e la sovranità alimentare. Simbolo dell'iniziativa il riso del commercio equo e solidale certificato Fairtrade

di Antonietta Nembri

In tremila in piazza per il diritto al cibo. Tanti saranno i volontari che sabato 17 e domenica 18 maggio si mobilieranno per la dodicesima edizione di “Abbiamo Riso per una cosa seria” la campagna di raccolta fondi promossa da Focsiv con 29 organismi soci e che sosterrà altrettanti progetti di sviluppo tra Africa e America Latina.
«Diritto al cibo significa assicurare una nutrizione adeguata a tutti gli uomini e le donne del pianeta ed è considerato un dovere degli Stati fin dall’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel 1948», dice il presidente Focsiv Gianfranco Cattai. «Il grido dei poveri e di tutte le persone che soffrono la fame interpella però anche ciascuno di noi, come ci ha richiamato Papa Francesco che nei mesi scorsi ha chiesto a tutti di unirsi a questo grido per trasformarlo in un ruggito. E trasformarlo in ruggito significa stare con i poveri per cambiare i modelli di sviluppo e le strutture di potere contrarie al bene comune».

Con la campagna “Abbiamo Riso per una cosa seria” Focsiv vuole condividere con tutti i cittadini coinvolgendoli nella sfida contro la fame che ancora oggi colpisce 842 milioni di persone, di cui 827 milioni vivono nei Pvs e 3 milioni sono bambini sotto i 5 anni che muoiono per la malnutrizione. In cambio della donazione sarà offerto un pacco di riso del commercio equo solidale certificato Fairtrade che è anche partner dell’iniziativa.
«Abbiamo scelto il riso come simbolo per ringraziare della donazione in quanto è un alimento che per molte popolazioni rappresenta la principale, se non l’unica fonte di nutrimento. Per questo è molto simbolico» continua Cattai.

Focsiv punta a rispondere al problema della fame promuovendo la sovranità alimentare, cioè il diritto di ciascun Paese a definire il modello economico per il suo sviluppo coinvolgendo le comunità locali nelle scelte politiche sull’uso della terra, e sostenendo in particolare l’agricoltura familiare. A quest’ultima  del resto, è dedicato il 2014 che è stato dichiarato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite “Anno Internazionale dell'Agricoltura Familiare" (Iyff).
«Nelle zone rurali di Africa, Asia e America Latina, dove maggiormente si concentrano le persone che soffrono la fame, oltre il 70% delle vittime dell’insicurezza alimentare sono allo stesso tempo agricoltori a livello familiare e piccoli produttori con accesso limitato a risorse naturali, politiche e tecnologie, che da soli non riescono a rispondere ai cambiamenti in atto», spiega Cattai. «Per questo motivo i progetti di sviluppo sostenuti dalla campagna, promuovono il rafforzamento delle famiglie contadine nelle democrazie locali e le loro opportunità di accesso e controllo delle risorse».

È un impegno duplice  quello della Focsiv: al fianco delle popolazioni a costruire pozzi, mense scolastiche, centri nutrizionali, orti didattici e familiari; e sul piano culturale e politico per una governance globale dell’alimentazione che metta al centro l'agricoltura familiare e le necessità delle popolazioni più vulnerabili e maggiormente colpite dalla fame coinvolgendo tutti gli attori: governi, agenzie Onu, società civile, settore privato.

Per conoscere le piazze dove incontrare i banchetti e i volontari di Focsiv e degli organismi soci qui


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