Lavoratori del delivery
Torino, qui c’è un riparo per il rider che aspetta la prossima notifica
Il freddo, la pioggia, l’urgenza di una pausa: dal lavoro di squadra tra l’Arci e NIdiL Cgil di Torino, nasce la mappa dei luoghi che si sono resi disponibili per offrire un aiuto concreto (e un riparo al caldo) ai rider. Un progetto unico in Italia a cui hanno già aderito 21 circoli Arci
Quando si parla di rider a Torino, non si può non citare il libro “Insubordinati” pubblicato da Edizioni Gruppo Abele nel 2022. C’è un passaggio che rimane fisso in memoria ed è quello in cui l’autrice Rosita Rijtano descrive il mestiere di ciclofattorino attraverso la storia di Enrico: «Tre anni […] mille giorni di lavoro, 46mila chilometri e sette incidenti […]. Una volta si è spaccato la faccia su uno dei tanti binari che frastagliano le strade di Torino. Era in piazza Derna, una rotonda che non finisce mai, col tram che passa proprio lì in mezzo, e diluviava: un’auto quasi gli va addosso, lui sterza di botto e scivola sulle rotaie. Un’altra volta è stato preso in pieno da un prete. Dell’impatto non ricorda niente, ma quando ha riaperto gli occhi e ha visto quell’uomo con il collarino bianco in piedi al suo fianco, ha pensato: sono in Paradiso. Non lo era. Il bip di una notifica che gli chiedeva conto dell’ordine in attesa al ristorante l’ha riportato all’infernale realtà». Vita da rider, tra bicicletta, cadute, fatica. A Torino, grazie al lavoro di squadra tra l’Arci e NIdiL Cgil, si è aperta una finestra di solidarietà che risponde al surplus di difficoltà della stagione invernale. Perché sì, in una grande città del nord Italia, a gennaio ci sono aspetti in più di cui tenere conto: il freddo, la pioggia, l’urgenza di trovare un bagno quando serve e un posto dove parcheggiare il mezzo.
Una sosta per i rider
Il progetto Sosta Rider è nato da «una collaborazione di lunga data tra NIdiL Cgil e Arci di Torino», spiega il presidente dell’Arci Torino Andrea Polacchi, «per creare una mappatura degli spazi, in città e nella cintura, che si sono resi disponibili per offrire gratuitamente un aiuto concreto durante le ore di lavoro ai ciclofattorini del food delivery, una categoria di lavoratori e lavoratrici particolarmente svantaggiati». I luoghi mappati, più di 20 circoli Arci, sono in grado di venire incontro ad alcune delle esigenze e dei bisogni che possono presentarsi durante le ore di servizio su strada: l’accesso alla corrente elettrica per ricaricare dispositivi e mezzi di spostamento elettrici, un riparo dalle intemperie, l’accesso ai servizi igienici, la possibilità di parcheggiare in un luogo sicuro e di effettuare piccole riparazioni meccaniche, essenziali per continuare a utilizzare la bicicletta in caso di necessità.
Attenzione ai diritti
“Sosta rider” non è soltanto spirito solidaristico ma anche attenzione ai diritti dei lavoratori. NIdiL (Nuove Identità di Lavoro) è la struttura sindacale della Cgil fondata nel 1998 per rappresentare e tutelare le lavoratrici e i lavoratori somministrati e atipici. A Torino, un anno fa, ha dato vita a Rider On The Storm, un collettore di iniziative e attività per e con i rider, la lotta per i diritti e le tutele, il sostegno nel lavoro quotidiano. Partito grazie a un evento musicale di raccolta di fondi destinati alla costituzione di una cassa di mutuo soccorso per i rider, è stato la miccia che ha portato alla costituzione dell’associazione Cassa Resistenza Rider Torino Mimmo Rinaldi «per andare oltre l’aspetto sindacale e offrire servizi di sostegno al reddito dei lavoratori, come piccoli prestiti per la ricerca di affitti e la riparazione/sostituzione dei mezzi di lavoro».
Avere un luogo dove attendere gli ordini e poter ricaricare il cellulare sono le richieste principali dei rider. Sostare in un circolo può diventare uno strumento di integrazione per chi ha un background migratorio
Enrico Francia, vicepresidente associazione Cassa Resistenza Rider Torino Mimmo Rinaldi
Polacchi sottolinea il senso più profondo di queste iniziative: «Nascono per sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica le condizioni di lavoro dei lavoratori impegnati nel mondo delle piattaforme digitali, divenuti ormai una solida presenza del substrato sociale ed economico della nostra società. I rider sono figure di sfondo nelle strade delle città. Li vediamo sfrecciare su biciclette, motorini e ogni altro mezzo di trasporto il più velocemente possibile, curvi sotto il peso dei cubi porta cibo. Ci accorgiamo di loro soltanto quando ci consegnano il cibo ordinato attraverso le varie app». “Sosta rider”, continua, permette di mettere in piedi «azioni di solidarietà diretta e continuativa sulla base delle esigenze espresse dagli stessi rider dell’associazione Cassa Resistenza Rider Torino Mimmo Rinaldi che aderisce ad Arci. Questo è un progetto nato dal basso: nelle giornate più fredde, avere un posto caldo dove consumare un pasto o un caffè e, nel caso, avere a disposizione l’energia elettrica per caricare il cellulare significa molto. Abbiamo chiesto disponibilità ai circoli, hanno risposto più di venti realtà: la dimostrazione che a Torino esiste un tessuto solidaristico e mutualistico».
Enrico Francia, vicepresidente dell’associazione Cassa Resistenza Rider Torino Mimmo Rinaldi e rider da sei anni, ha chiaro in mente che cosa serve a un ciclofattorino: «I rider escono alle 8 di mattina e stanno in mezzo alla strada per aspettare gli ordini fino a sera. Avere un luogo dove attendere e poter ricaricare il cellulare sono le richieste principali che ci venivano riferite. Con questo progetto abbiamo voluto fare un passo in più: sostare in un circolo può diventare uno strumento di integrazione per chi ha un background migratorio, permette di conoscere altre persone».
Un progetto destinato a crescere
Un progetto unico a livello nazionale per la capillarità della proposta (esperienze già esistenti in altre città sono localizzate in un solo spazio) che è destinato a crescere. «La forza di “Sosta Rider” sta nella rete Arci», spiega Polacchi, «stiamo ricevendo da diverse parti d’Italia richieste di informazioni per proporre anche altrove la formula della mappa dei luoghi». Francia aggiunge un elemento che ha a che fare con la peculiarità di Torino: «Molte città hanno scelto di dare vita a una “Casa rider”, ma qui l’area urbana è grande, con diversi starting point da Venaria a Nichelino. Avere a disposizione più spazi in luoghi anche distanti tra loro è efficace. Speriamo che possa diventare un progetto nazionale».
Creata su Google Maps, la mappa è scaricabile dal sito dell’Arci di Torino e raggiungibile anche attraverso qr code. Hanno aderito molte realtà, dallo storico Circolo Risorgimento di Barriera di Milano alla Bocciofila Vanchiglietta, spazi culturali del mondo Arci come Spazio Kairòs, Piccolo Cinema o Café Neruda ma anche circoli in provincia, da Moncalieri a Carmagnola. In totale, 21 circoli che offrono assistenza e riparo dalle 9 del mattino alle 3 di notte. «Ancora una volta Arci dimostra di essere un’infrastruttura fondamentale per le nostre comunità, presidio democratico capace di coniugare solidarietà, cultura e diritti», conclude Polacchi.
Scarica qui la mappa degli spazi attrezzati disponibili ad accogliere i lavoratori del delivery.
L’immagine in apertura è di Anton Poliakov su Unsplash. Nel testo, la grafica del progetto “Sosta rider”.
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