Cultura
Torino, la città squisita
Il Salone del Gusto ha rivoluzionato la sua formula e ha vinto la sua scommessa. Via dalla Fiera, centinaia di gazebo dei produttori locali sono distribuiti per le strade e al Valentino. «Una scelta audace», dice Carlin Petrini. Che ha riempito la città di sapori e di storie
di Anna Spena
«Questo non ce lo scipperà mai nessuno». È un’edizione dell’orgoglio il Salone del Gusto e Terra Madre che si è aperto ieri a Torino e che aspetta un milione di persone (chiuderà lunedì 26). Se il Salone del Libro ormai è sfumato, questa grande kermesse sul cibo e sulla terra diventa ancora più importante per riaffermare il profilo della città. L’edizione è completamente rinnovata e questo rinnovamento indirettamente dice che qualcosa nel sistema fieristico torinese non funzionava a dovere.
È stato abbandonato infatti il Lingotto (dover resta solo Eataly) e si è scelta la formula di stand diffusi per tutta la città. Una vera invasione di piccoli produttori, suddivisi per “cluster”. «Uscire in città è una scelta audace», spiega Carlin Petrini, il fondatore di Slow Food. «Ma tutta la società civile, le istituzioni e le associazioni hanno subito dimostrato simpatia verso questa nuova formula».
Le dimensioni sono colossali: 935 eventi in programma, tra cui 60 laboratori del gusto e 90 appuntamenti su prenotazione più di mille espositori, distribuiti tra i 12mila metri quadri del Parco del Valentino e gli oltre 3mila nel centro della città. Al Parco del Valentino in particolare si snoderà l’enorme mercato, dove i visitatori avranno l’occasione di incontrare direttamente i produttori.
Ci saranno i Presidi internazionali con prodotti, storie e artigiani provenienti da ogni parte del mondo. Al Valentino ci sono anche le Cucine di Terra Madre: 60 chef internazionali cucinano piatti dei cinque continenti.
Tutta la città è mobilitata. Per fare un esempio, anche il frequentatissimo Museo Egizio scende in campo: i bambini, accompagnati dalle loro famiglie, potranno indagare sulle abitudini alimentari degli egizi. Attraverso l’osservazione di curiosi oggetti, di alimenti straordinariamente conservati o delle loro raffigurazioni sulle pareti delle tombe, i bambini impareranno a conoscere gli ingredienti più comuni di questo popolo, ed i prodotti più pregiati riservati invece alle tavole di faraoni e dei.
Con questa edizione del 2016 si porta inoltre a compimento il percorso di integrazione fra il Salone del Gusto e Terra Madre che è iniziato nel 2012. Quest’anno più che mai la vera protagonista è l’“anima rurale” dell’evento, Terra Madre, appunto, per mettere ancora più al centro i produttori di piccola scala che producono ogni giorno cibo buono, pulito e giusto per tutti. Quest’anno, da tutti i continenti, arriveranno 5000 delegati, per alcuni dei quali è il primo viaggio fuori dal proprio paese d’origine.
«Voler bene alla Terra» è il bellissimo tema scelto per quest’anno. Che significa prendersi cura del nostro pianeta come imperativo per tutti. Un imperativo che permette di riscoprire il piacere di incontrare produttori e loro storie, gli educatori, i cuochi, i ricercatori, i contadini, le comunità del cibo e le famiglie. Non a caso il cuore del Salone sono i Laboratori del Gusto: un’occasione di conoscere le affascinanti storie che si nascondono dietro alcune delle più belle creazioni culinarie del mondo. Dice orgogliosamente Carlin Petrini: «Il nostro appuntamento ha consolidato amicizie tra cittadini piemontesi e nomadi, artigiani, produttori, pescatori e contadini ospitati sin dal 2004: chi in tutto il mondo, parla di Torino e del Piemonte con gioia».
Il salone del Gusto conferma anche una leadership italiana: il nostro paese infatti ha conquistato in pochi anni la leadership mondiale nei mercati contadini davanti agli Usa e Francia con la più vasta rete di vendita diretta degli agricoltori organizzata con proprio marchio del mondo grazie alla Fondazione Campagna Amica alla quale vanno riferimento oggi quasi ventimila agricoltori. Lo ha rivelato un’indagine della Coldiretti, presentata oggi.
In pochi anni è nata e cresciuta in Italia una rete unica a livello internazionale per dimensioni e caratteristiche che ha esteso la sua presenza dalle fattorie ai mercati, dai ristoranti al cibo di strada, dagli agriturismi agli orti urbani. Complessivamente la rete di Campagna Amica – spiega la Coldiretti – è composta da 9030 fattorie, 1135 mercati, e 171 botteghe, cui si aggiungono 485 ristoranti, 211 orti urbani e 34 punti di street food, dove arrivano prodotti coltivati su circa 200mila ettari di terreno.
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