Cultura
Tony Hadley dà voce agli adolescenti dell’Istituto Tumori
Nuova iniziativa musicale del Progetto Giovani, la ballata “I was only sixteen” con la voce dell'ex frontman degli Spandau Ballet, una canzone in inglese che racconta il percorso di malattia dei ragazzi della pediatria oncologica dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, che punta a raggiungere il successo di “Balle di Natale”. Oltre che sul canale YouTube del progetto (quasi 4mila visualizzazioni in meno di una settimana) il brano è disponibile su tutte le piattaforme di streaming
C’è la voce di Tony Hadley, icona della musica pop a livello mondiale ed ex frontman degli Spandau Ballet e Faso, bassista del gruppo Elio e le Storie Tese tra i nomi di spicco dell’ultimo progetto musicale promosso dal Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – Int. Dopo il grande successo ottenuto con “Palle di Natale”, infatti, gli adolescenti in cura all’Int sono sbarcati su tutte le piattaforme di streaming con una nuova canzone “I was only sixteen”. Un testo in cui si racconta la loro storia di adolescenti che hanno dovuto stravolgere la propria vita e affrontare un percorso difficile come quello della malattia.
Il testo della canzone deriva dal progetto “Tratto da una storia vera”, il podcast realizzato dai ragazzi del Progetto Giovani nel 2021, con il coordinamento di Gianfelice Facchetti e tuttora disponibile su Spotify. Una selezione di frasi scritte dai ragazzi è stata adattata da loro stessi e trasformata in una vera e propria ballata che racconta la storia di ogni ragazzo malato. Faso, Stefano Signoroni, Giacomo Ruggeri e Tommaso Ruggeri hanno composto e suonato la musica: «La melodia è scaturita spontaneamente dalle parole, hanno una forza incredibile che ti tocca l’anima» racconta Faso «poi, con l’aiuto di Luca Mezzadra, il fonico dello studio degli EelST, e i contributi canori di Miriam Conte, abbiamo inciso la canzone. È stato un privilegio partecipare a questo progetto».
“I was only sixteen” – “Avevo solo 16 anni” ha un testo non semplicissimo da cantare per i ragazzi. Ma dove trovare chi potesse interpretare nel modo migliore le loro parole? Ecco che arriva la disponibilità di Tony Hadley che ha prestato la sua voce, che si fonde insieme a quella dei ragazzi in coro. «Ho accettato immediatamente la proposta. Le parole di questi ragazzi mi hanno colpito nel profondo. Questo progetto è davvero unico» ha dichiarato Tony Hadley.
Andrea Ferrari, ideatore e coordinatore del Progetto Giovani osserva: «Le parole dei nostri ragazzi sono davvero un inno alla vita: "I was only sixteen" è la canzone di tutti gli adolescenti con tumore nel mondo». Da qui la scelta di un testo in inglese anche perché, sottolinea ancora Ferrari ,«in questi anni il Progetto Giovani è diventato un modello di approccio al paziente adolescente riconosciuto a livello internazionale – un modello di fare cura e cultura – grazie anche a come siamo riusciti a far sì che i percorsi artistici dessero vita a un filone di letteratura internazionale scientifica innovativo, per raccontare i problemi degli adolescenti malati con le parole stesse dei pazienti. Le storie dei nostri ragazzi sono state pubblicate anche su riviste estremamente prestigiose come Journal of Clinical Oncology e Lancet Oncology. “Best in class” ci hanno definito».
Un testo struggente che aveva bisogno dell’interprete giusto. «La partecipazione di Tony Hadley al progetto è la ciliegina sulla torta, non solo dal punto di vista mediatico» racconta Ferrari. «Faso era entusiasta della musica, ci disse che era venuto davvero un “pezzone”, ma che era difficile da cantare per i ragazzi, non solo per la lingua inglese. Il ritornello non era problema, ma per le parti da solista era necessario trovare una voce che potesse interpretare nel modo migliore le loro parole. Ci propose quindi di provare a contattare l’ex-leader degli Spandau Ballet. A me sembrava un po' una follia, tipo le storie dei gradi di separazione, e poi è successo che Tony Hadley ha accettato con entusiasmo. Il momento indimenticabile, però, è stato quando abbiamo sentito la sua registrazione, insieme con i ragazzi. È stato molto emozionante. Mi vengono i brividi a sentire la sua voce che canta la frase scritta da me, ha detto Giorgia. Davvero da brividi».
«Con i nostri pazienti adolescenti volevamo raccontare il loro viaggio, da quando si prepara la valigia, svuotandola dei vestiti per andare a ballare e riempiendola di speranza, coraggio, determinazione e tanti pigiami, a quando ci si trova seduti su una sedia davanti ai medici e non si riesce a pensare ad altro se non alla voglia di scappare», continua Ferrari. «Senza dimenticare le notti in compagnia del ‘bip bip’ della pompa della chemioterapia. C’è molta malinconia e c’è molto ospedale nel testo dei ragazzi, ma poi c’è anche la scoperta di amici che danno un grandissimo aiuto e sanno indicare la strada giusta, come i compagni di corsia, gli amici trovati qui nel Progetto Giovani. Alla fine, ecco la voglia di andare in bici sotto la pioggia, cantare fino a non avere più voce e ballare fino all'alba».
Un momento della presentazione del progetto – foto ©Alice Patriccioli
Ogni anno – si legge in una nota – in Italia si ammalano di tumore 900 adolescenti tra i 15 e i 19 anni. Le probabilità di guarigione sono buone, globalmente superiori al 80%, ma è indispensabile che i pazienti riescano a ricevere le cure giuste, nei tempi e nei luoghi corretti.
«Il nostro principale obiettivo è riuscire a curare gli adolescenti, offrendo loro infrastrutture e servizi adeguati», spiega Maura Massimino, direttore della Struttura Complessa Pediatria Oncologica dell’Int. «Purtroppo questo non sempre accade. Dal punto di vista clinico, infatti, gli adolescenti sono in un certo senso in una terra di mezzo, con difficoltà di accesso alle cure di eccellenza e di arruolamento negli studi clinici».
«Raccontare le storie dei nostri ragazzi è anche fondamentale per portare all’attenzione gli aspetti più complessi della cura dei ragazzi con tumore», conclude Andrea Ferrari. «A parità di malattia un adolescente ha meno probabilità di guarire di un bambino. Per migliorare questa situazione occorrono progetti dedicati, come il nostro Progetto Giovani, ma anche progettualità nazionali e internazionali che definiscano approcci condivisi e istituzionali».
Parte integrante della Struttura Complessa di Pediatria Oncologica dell'Int, il Progetto Giovani è dedicato ai pazienti adolescenti malati di tumore, ha due obiettivi, uno clinico e uno indirizzato alla cura globale della vita dei ragazzi. La musica, insieme ad altre forme creative e artistiche (fotografia, moda, video, scrittura), ha un ruolo fondamentale nel percorso di cura dei ragazzi, offrendo loro occasioni di condivisione e di leggerezza, ma soprattutto strumenti innovativi per raccontare le loro storie e tirar fuori paure e speranze. Sono molti progetti che sono stati sviluppati in questi anni, tra questi le canzoni Palle di Natale (16 mln di visualizzazioni su YouTube in sei anni) e Sei tu l’estate, il progetto fotografico La ricerca della felicità, il fumetto Loop, indietro non si torna e i video di Tumorial.
“I was only sixteen” è realizzata grazie al contributo dell’associazione Bianca Garavaglia-Abg, che dal 1987 sostiene l’attività clinica e la ricerca del reparto. Tutto il ricavato dei download della canzone dalle piattaforme musicali digitali sarà devoluto in favore di Abg e del Progetto Giovani. È inoltre disponibile il video lyrics della canzone sul canale YouTube del Progetto Giovani.
Le immagini del backstage sono di Andrea Ferrari – foto da Ufficio stampa
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