Famiglia

Tommy: spariti i soldi raccolti

La mamma denuncia la poca chiarezza sui fondi raccolti e annuncia una nuova fase, con una associazione gestita direttamente dai famigliari

di Sara De Carli

Paola Onofri, la mamma di Tommy, denuncia al Corriere della Sera i suoi dubbi sull’attività di raccolta fondi spontanea sorta nei giorni successivi al rapimento e alla morte di Tommy, guidata da un comitato spontaneo presieduto da Claudio Borghi, amico di famiglia. C’erano un sito, un blog, due conti correnti e centinaia di simpatizzanti. Gli Onofri non si erano occupati direttamente della raccolta fondi fino a settembre, in occasione di una partita di calcio della Nazionale Cantanti in favore della Croce Rossa di Parma. Obiettivo: raccogliere fondi per comprare una ambulanza pediatrica da donare alla Cri locale. In questa occasione si scopre che la fondazione in memoria di Tommy non è mai stata costituita, nè un’associazione autorizzata a raccolgiere e gestire i fondi. La NIC mette a disposizione il proprio conto corrente, ma solo per tamponare l’emergenza. E’ allora che gli Onofri cominciano a muoversi. Fondano un’associazione, Tommy nel cuore, con un nuovo sito internet (sarà attivo tra pochi giorni, www.tommynelcuore.it) e un unico obiettivo: chiudere il comitato e trasferirne i fondi. I fondi però non ci sono. Mancano le pezze giustificative, c’è da pagare una fattura di 17mila euro per una fornitura di magliette ma il ricavato delle 2mila già vendute (10mila euro) non c’è. C’è solo un estratto conto, dove compaiono soli 8mila euro. Paola Onofri spera sia solo questione di tempo, ma intanto dice basta: “della memoria di nostro figlio ci occupiamo direttamente noi”. Tutto chiaro invece per i fondi raccolti tramite PostePay, intestati ai responsabili regionali del comitato: con quelli si sono effettivamente costruiti due aule scolastiche in Etiopia e vari pozzi d’acqua in kenya e Somalia. Tommy nel cuore ha già la sua iniziativa: un libro di un artista locale, venduto in internet a 8 euro.


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