Cultura

Tomasi: “Darfur non è conflitto religioso”

Le crisi africane e il conflitto nel Darfur nelle parole di Silvano Tomansi Nunzio Apostolico presso le Nazioni Unite al Meeting di Loreto

di Giuseppe Lanzi

LORETO: Mettere sul tappeto i problemi e parlare apertamente dei conflitti etnici e delle dittature che sono alla radice delle crisi umanitarie e sociali in Africa: a questo sono pronti molti leader africani, ?almeno i più illuminati?, secondo monsignor Silvano Tomasi, Nunzio Apostolico della Santa Sede alle Nazioni Unite a Ginevra. Durante il VII Meeting internazionale sulle migrazioni (MIM), organizzato dai Missionari e Laici Scalabriniani a Loreto, il rappresentante pontifico si è soffermato a parlare di Africa e delle drammatiche crisi che l?attraversano. ?I politici africani oggi sanno di dover cominciare a risolvere con le proprie forze i problemi del continente? continua il presule. ?L?aiuto dei Paesi più sviluppati è necessario, ma se manca la volontà politica dalle leadership africane di agire sulle questioni, adottando i loro criteri, allora le crisi non verranno mai risolte?. In particolare monsignor Tomasi ha il pensiero rivolto al conflitto nel Darfur, regione occidentale del Sudan, che in meno di due anni ha provocato 30.000 vittime, un milione di sfollati interni e oltre 100.000 profughi nel confinante Ciad. ?Il Darfur non è la sola e disgraziatamente non sarà neanche l?ultima delle crisi africane? dice l?arcivescovo Tomasi. ?Dalle informazioni ufficiali delle Nazioni Unite e dell?Alto commissario per i diritti umani il conflitto è partito dalla volontà di miliziani locali arabi di controllare il territorio e impossessarsi delle sue risorse ai danni della popolazione locale nera, cioè nilotica?. Il presule precisa che le parti in conflitto sono entrambe di religione musulmana anche se le popolazioni locali del Darfur, a differenza dei miliziani arabi, seguono un Islam fortemente influenzato da tradizioni animiste africane. ?Il problema, quindi, si può definire in termini di razzismo e di dominio sulle risorse ? continua monsignor Tomasi ? e non ha una dimensione religiosa come il conflitto che è durato per oltre venti anni tra il sud cristiano animista e il nord musulmano?. Il rappresentante della Santa Sede condivide il timore più volte espresso dal Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan che la situazione possa degenerare in un genocidio: ?Anche il Congresso degli Stati Uniti ? aggiunge il monsignore – ha approvato a l?unanimità una risoluzione sul Darfur in cui usa la parola ?genocidio?, cioè la distruzione di un gruppo etnico da parte di un altro con la complicità o incapacità di controllo del governo centrale?. L?arcivescovo Tomasi sottolinea la difficoltà della situazione: ?Kofi Annan sta cercando di spingere la comunità internazionale a intervenire in qualche modo. Ma l?Unione Africana, la quale ha anche mandato in Darfur suoi osservatori e cerca di far dialogare le parti in conflitto, ha però una certa reticenza, soprattutto i Paesi islamici, ad agire in maniera diretta nelle questioni interne di una nazione che fa parte del suo raggruppamento. Questo paralizza i meccanismi internazionali per intervenire, vediamo cosa succederà in futuro?. Oggi al MIM, monsignor Silvano Tomasi parteciperà ad una tavola rotonda dedicata la tema ?Istituzioni internazionali e diritti dei migranti? con una relazione sulla ?Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei migranti e dei membri delle loro famiglie?.

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