Politica
«Tolleranza zero verso il malaffare»
Le organizzazioni del volontariato e della società civile romana danno fiducia all’assessora alle politiche sociali della giunta capitolina Francesca Danese e chiedono che vada avanti nel lavoro di pulizia, nuove regole e trasparenza che sta portando avanti da pochi mesi.
“Tolleranza zero verso il malaffare”, «c'è una Roma per bene, pulita di cooperazione sana che non a caso negli anni si è vista le porte sbarrate e che per tanto tempo si è vista esclusa e che ora non può più essere umiliata». Lo ha ripetuto tante volte Francesca Danese, da pochi mesi alla guida dell’Assessorato alle politiche sociali del comune di Roma, sotto scorta per aver messo mano e cambiato rotta proprio ancor prima che scoppiasse la seconda puntata delle note vicende di Mafia Capitale. Oggi, nella sede dei Centri per i Servizi del volontariato del Lazio, da lei presieduti prima dell’incarico nella giunta Marino, l’assessore ha fatto il punto della difficile situazione in una conferenza stampa convocata dalla sede del Lazio di Cittadinanzattiva. Ai rappresentanti delle 35 associazioni presenti ha cercato, stanca e preoccupata, di ridare fiducia e speranza nel rinnovamento.
«Questo è un sistema talmente ramificato e diffuso», ha introdotto Roberto Crea segretario regionale dell’associazione, «che ci domandiamo come sia stato possibile che nessuno se ne sia accorto prima». E le risposte dell’assessora sono state palesi e tutte improntate all’esperienza diretta: «ho trovato – ha detto ad esempio – alcuni affidamenti che andavano avanti dal 2009 senza monitoraggio e valutazione; laddove la valutazione è più importante proprio dopo i tanti tagli che sono stati fatti in questi ultimi 10 anni». E poi: «Ho trovato anche dirigenti bravi a cui veniva impedito di lavorare e invece mascalzoni con ruoli importanti. Noi dobbiamo coinvolgere le persone per bene che ci sono al comune di Roma, e sto cercando di fare questo». Ancora: «Ho trovato che non si faceva più progettazione europea, abbiamo subito attivato la possibilità di partecipare PON». «Quante emergenze – ha aggiunto – sono state create ad hoc e ci siamo anche chiesti perché ciò accade e se ce la possibilità di interagire perché le cose cambino».
«Il mio lavoro, quindi, è stato indirizzato a ritirare fuori e ricominciare. Con regole diverse, però. Improntate alla trasparenza. Alcuni si dicevano spaventati perché non volevo ricevere alcune “sigle”. E avevano ragione a spaventarsi, visto quello che sta emergendo». Ma fiera fa capire che non intende arretrare, anzi: perché ha davanti agli occhi «tutte quelle cooperative perbene che avevano fatto un gran lavoro, invidiato anche in tutto il mondo per l'integrazione sociosanitaria e a quanta giustizia deve essere restituita a chi si occupa di questi temi». Ripartire da nuove regole, allora «significa considerare che il Terzo Settore e il volontariato non possono essere trattati alla stessa stregua dell'acquisto di un manto stradale. Bisogna trovare un modo nuovo. Abbiamo chiesto che su questo fronte ci sia un focus specifico, perché queste regole vadano condivise e individuando il valore che ci sta dentro ai servizi alla persona». E su questo punto sembra che anche l’assessore alla legalità Alfonso Sabella abbia cominciato a pensare un percorso articolato e differenziato.
«Ho trovato – ha affermato, lei che politica non è – tanta buona tecnica che ha superato la politica, ma purtroppo anche che la politica ha fatto troppi passi indietro». Per questo, nonostante la difficoltà di reperire risorse (rivendica però con orgoglio che il comune ha avuto il bilancio approvato per la prima volta dopo tanti anni in tempo utile…), crede che l’interlocuzione su più tavoli e su punti diversi con la cittadinanza attiva sia fondamentale (sull’accoglienza, sulla questione Roma, sugli anziani, sulla 285, sui centri diurni per minori, ecc.) perché per “ristabilire un clima positivo a partire da procedure innovative, occorre una ricostruzione del nuovo tessuto connettivo, una sorta di rigenerazione urbana che riparta dai territori”. Ha annunciato che ci sarà presto un nuovo bando sulla casa (ma per ovvie ragioni adesso è tutto bloccato) e proprio in tema di casa una “restituzione” importante ai cittadini romani che non ha voluto anticipare perché mancano i dettagli. Infine più che un pensiero alle famiglie dei lavoratori che fanno capo alle Cooperative della “29 giugno”: «Mi aspetto che presto il prefetto nomini i commissari, perché dobbiamo trovare il modo per poter continuare a dare un futuro a quelle famiglie».
Le associazioni presenti hanno avviato quella discussione che la stessa assessora ha richiesto come principio per la ricostruzione di un tessuto connettivo positivo che ridia dignità e orgoglio ad un lavoro sociale indebitamente macchiato da chi ha speculato. C’è chi si chiede perché non si è stati capaci di fare massa critica contro il sistema perverso che si stava creando, chi invece, pur riconoscendo di aver più volte alzato la voce quando era il momento, si chiede come si possa fare concretamente fronte a un sistema che provoca le deviazioni anche solo per sopravvivere (vedi le gare al “massimo ribasso”).
Il percorso è cominciato e le associazioni si sono lasciate con il più classico «non perdiamoci di vista».
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.