Mondo
Tokyo dà una lezione a Roma
Nonostante il dramma Tsunami, il Giappone non taglia gli aiuti promessi all'Africa per il 2011
Mentre l’Italia continua a sprofondare nella classifica degli aiuti allo sviluppo forniti dai paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), il Giappone, colpito da uno tsunami che ha provocato danni economici pari a 171miliardi di euro (circa il 3,4% del Pil nazionale), ha deciso di rispettare i suoi impegni a sostegno della lotta contro la povertà in Africa.
“Nel 2011 i nostri aiuti al continente africano non saranno inferiori a quelli erogati nel 2010” ha dichiarato Masaki Noke, direttore generale del dipartimento Africa presso il ministero degli affari esteri giapponese. Il motivo? “Dopo tutto quello che hanno fatto gli africani per sostenerci, sia moralmente che materialmente, è il minimo che possiamo fare”.
Nel 2010 gli aiuti giapponesi all’Africa erano pari a due miliardi di dollari (circa 1,3 miliardi di euro) contro 1,68 miliardi di dollari nel 2009, 200 milioni di dollari in più rispetto agli obiettivi fissati per il 2012. In confronto l’Italia, che pure ha dovuto gestire le conseguenze del terremeto di L’Aquila, fa una pessima figura.
Nel Data Report 2010 pubblicato da One, l’organizzazione del cantante degli U2 Bono Vox indicava che “l’Italia nel 2009 anziché aumentare gli stanziamenti a favore del continente li ha tagliati di 238 milioni di euro, e questo nonostante le promesse fatte l’anno scorso all’Aquila”.
Durante l’ultima conferenza internazionale di Tokyo sullo sviluppo in Africa tenutasi pochi giorni fa a Dakar (Senegal), i dirigenti giapponesi si sono confrontati con i loro partner africani sulla questione nucleare. Dopo l’incidente di Fukushima, il governo sudafricano è rimasto al centro di una polemica furibonda in seguito alla decisione del presidente Jacob Zuma di procedere con la costruzione di nuove centrali nucleari.
“Non abbiamo consigli da dare agli africani” ha dichiarato Masaki Noke, “spetta agli africani prendere delle decisioni. A nostro avviso però, pensiamo che ci sono altre vie per sviluppare energia, in particolar modo nel campo delle rinnovabili. Fukushima ci da l’occasione di riflettere su una nuova definizione dell’energia” ha concluso il Signor Africa del Giappone. Più chiaro di così.
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