Politica

Toh, milano!

Non solo Expo. Che metropoli si presenta alla sfida per il 2015?

di Sara De Carli

Milano, città infinita e sfilacciata, ha dei poli di competenza e di coesione che tengono e che innovano. La pensa così Virginio Colmegna, che della ?tenuta? solidale della città ha fatto una ragione di vita. E lo dimostrano i tanti territori presidiati dal non profit che ormai ha superato le sue fratture. In attesa del verdetto del 31 marzo, quando si decide la partita Expo, Milano può ripartite da questi luoghi

a città infinita scivola via sotto gli occhi di tutti, dal paesaggio monotono che ci fissa mentre stiamo incolonnati in tangenziale. È una metafora a cui ci siamo abituati. L?elemento nuovo di Milano, che Aldo Bonomi ora ha messo al centro del suo nuovo libro, Milano ai tempi delle moltitudini, è che la città infinita in verità è fatta di schegge. È talmente poco compatta, contrariamente alle suggestioni evocate dall?immagine esteriore di una concentrazione urbana senza soluzioni di continuità, che Bonomi si chiede se Milano sia ancora un corpo. E nello specifico – che è quanto qui più interessa – se sia ancora un corpo sociale. Lo dice senza mezzi termini: la «città della coesione sociale» rischia di essere un refrain datato, perché «il capitale sociale di una città e la sua coesione sociale sono beni destinati a deperire senza una adeguata manutenzione».
Inevitabile a questo punto farsi una domanda: questa manutenzione qualcuno l?ha fatta? E con quali risultati? Domanda girata a don Virginio Colmegna, ex direttore della Caritas ambrosiana e dal 2004 presidente della Casa della Carità, crocevia delle risposte a tutte le emergenze cittadine. Uno che la manutenzione l?ha fatta in prima persona e l?ha vista fare da molti altri, tant?è che del terzo settore milanese dice: «È quasi pronto per sfornare la nuova classe dirigente del Paese. Per ora c?è un laboratorio: molto vitale, ma con qualche difficoltà».

Vita: Cos?è la manutenzione del sociale?
Virginio Colmegna: Lo stare in mezzo agli elementi di disgregazione evitando, come terzo settore, di separare altri pezzetti. Questo implica anche il coraggio e la responsabilità di avviare grandi processi di revisione al proprio interno, di rimettere in moto dei processi di autorappresentanza, perché altrimenti anche il terzo settore rischia di chiudersi in se stesso. Il problema della coesione sociale appartiene a ogni sistema, anche a noi. Bonomi dice che bisogna fare le autonomie funzionali, sono d?accordo, ma a patto che poi queste non si lancino freccette fra loro. Anche quello della solidarietà è un polo funzionale, però ancora oggi è considerato figlio di un dio minore, al massimo relegato alla funzione della testimonianza. Io invece dico che non possiamo più permetterci di restare chiusi nel cerchio della testimonianza e nemmeno in quello del terzo settore: abbiamo le competenze e la maturità per essere una classe dirigente, non una classe testimoniale.

Vita: Quali?
Colmegna: Le parrocchie, i centri territoriali, i piccoli gruppi. Nei quartieri c?è grande voglia di partecipazione e anche una notevole capacità di costruire coesione sociale. Però questi piccoli gruppi sentono di non contare niente sullo sviluppo del territorio, sui grandi processi di trasformazione. Questi soggetti sono costretti alla rivendicazione degli interessi della popolazione, con pochissime speranze di essere protagonisti attivi della progettazione sociale del territorio. Perdiamo un sacco di energie nel rivendicare al posto che nel costruire, abbiamo una grande competenza che non viene capitalizzata.

Vita: Ce l?ha con le tante pittaforme rivendicative che circolano in queste settimane…
Colmegna: Dico solo che la maturità sta nel sentimento diffuso di non voler più essere quelli che fanno le piattaforme rivendicative, ma nell?ambire ad essere quelli che collaborano attivamente alla progettualità e alla costruzione del consenso. Su questo rischio della marginalizzazione c?è grande consapevolezza. Il fatto è che la capacità politica c?è, ma non ha ancora trovato un canale per rappresentarsi.

Vita: E secondo lei come si costruisce questo canale?Colmegna: Creando una rete più articolata, capace di autorappresentarsi nella sua forza operativa, progettuale, culturale ma anche politica e di sviluppo economico. Finora c?è stata una sussidiarietà intesa come un grande progetto di esternalizzazione, mentre abbiamo visto pochissimo di sussidiarietà partecipata, attiva. Tutte le nostre realtà devono fare lo sforzo – stiamo cercando di avviarlo – di rappresentarsi ma non per garantirsi la gestione di un pezzetto dell?emergenza. Vita: E a che punto siamo?
Colmegna: Il bello della società civile milanese è che ha superato le fratture, in una cultura matura di laicità; il problema è che si è così tanto rafforzato il problema del dare risposta ai bisogni che molte delle risorse che prima venivano spese sul tavolo culturale sono state costrette a gestire la quotidianità operativa. In questo momento storico invece noi abbiamo il bisogno urgente di liberare queste energie dall?urgenza della gestione, per indirizzarle verso la politica nel senso di costruzione della polis. Quindi non una soggettività politica intesa come andare a rivendicare qualcosa per sé e per la propria opera, ma partendo dal valore della propria esperienza, mettendosi insieme agli altri, portare una visione di economia, di politica, di sviluppo? entrare nel merito. Non tutti gli interessi devono diventare sempre interessi corporativi: non è così perché nel terzo settore c?è dentro l?idea del bene comune, c?è perché altrimenti il sistema sarebbe già crollato.

Vita: Mi fa un esempio concreto?
Colmegna: Le faccio quello della Campagna per la salute mentale, che ha messo insieme diverse associazioni per gestire una autorappresentazione di interessi comuni, al di là delle differenze. Questa cosa deve essere fatta su tutti i settori ma anche complessivamente, perché abbiamo degli interessi comuni che non possono essere frammentati. Il terzo settore non può permettersi di limitarsi a contrattare sulle rette per i minori accolti: deve entrare nella dimensione stregica di come, di fronte a una domanda, si danno delle risposte. Immediate, veloci. Io vedo anche una carenza di spinta di innovazione, perché tutta la ?fantasia della carità? che si riscontra nei progetti finanziati dalle fondazioni poi non si traduce nell?innovazione delle risposte istituzionali. Per questo abbiamo bisogno di grandi iniziative per cui le diversità trovino una tavola comune.

Vita: Tutto questo ha a che fare con l?eventuale scelta dell?Expo?
Colmegna: È chiaro che per fare la Milano dell?Expo ci vuole una classe dirigente: bene, che nasca anche dalla classe imprenditoriale specifica che è l?impresa sociale. Deve esserci un incrocio, non può essere che Milano se deve ragionare di sviluppo si siede a un tavolo, e se deve citare la bontà invece chiama noi. I tempi sono cambiati.

Luoghi del sapere e della comunicazione

? Aaster Officina della ricerca partecipata, detta ricerca-azione, diretta da Aldo Bonomi – www.aaster.it
? Associazione Filmaker L?associazione promuove da anni Filmmaker, documentari a Milano –www.filmmakerfest.org
? Avanzi Centro di ricerca che favorisce il cambiamento in un?ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale – www.avanzi.org
? Esterni A Milano e nel mondo dal 1995, sviluppando progetti culturali e idee – www.esterni.org
? Fondazione per la Sussidiarietà Ricerche, riviste, per far crescere la cultura della sussidiarietà. Presidente Giorgio Vittadini – www.sussidiarieta.net
? Teatro della cooperativa Quando la cooperazione si inventa il luogo del teatro civile. Direttore artistico Renato Sarti – www.teatrodellacooperativa.it
? Terre di mezzo Gruppo editoriale che informa su immigrazione, cultura della convivenza, multietnicità – www.terre.it
? Valori Rivista mensile promossa da Banca Etica sull?economia sociale, finanza etica e sostenibilità – www.valori.it
? Vita non profit Leader dell?informazione sociale in Italia e in Europa. Un magazine, un mensile e un portale multimediale – www.vita.it

Luoghi dell?accoglienza

? Casa della Carità Fondata da don Virginio Colmegna ormai è capitale di accoglienza per l?intera città – www.casadellacarita.org
? Centro Benedetta d?Intino Cura e trattamento di bambini e adolescenti con disturbi psichici – www.benedettadintino.it
? Centro Nocetum Due consacrate e una chiesetta hanno vivificato la periferia Sud – www.nocetum.it
? Comunità Villapizzone Comunità di vita imperniata sulla solidarietà e l?accoglienza fondata da Enrica e Bruno Volpi – www.comunitaefamiglia.org
? Laboratorio Procaccini Cooperativa sociale fondata da operatori psichiatrici. Offre servizi di sartoria, restauro e catering – www.laboratorioprocaccini.it
? Opera San Francesco Pasti, prime cure sanitarie, docce e un segretariato sociale efficentissimo – www.laboratorioprocaccini.it
? Naga Associazione di volontariato socio-sanitaria, impegnata nella difesa dei diritti di stranieri e nomadi – www.naga.it
? Piazza Giovani Centro di ascolto a disposizione dei giovani gestito dalla fondazione Exodus – www.exodus.it

Luoghi della ricerca e dell?innovazione

? L?amico Charly Da centro d?ascolto all?Officina dei giovani, centro di servizi a disposizione degli adolescenti – www.amicocharly.it
? Centro Nemo Il Centro clinico Nemo, primo luogo in Italia a rispondere in modo specifico alle necessità di chi è affetto da malattie neuromuscolari – www.centrocliniconemo.it
? Fondazione don Gnocchi Qui si curano i malati cronici ma si sperimentano soprattutto terapie e domotica – www.dongnocchi.it
? Siticibo Da un?idea della Fondazione Banco Alimentare per non sprecare il cibo pronto delle mense – www.siticibo.it
? Telefono Azzuro Il cuore tecnologico del 114, numero di emergenza per bambini in pericolo, sta a Milano – www.114.it

Luoghi dell?housing sociale

? Consorzio Sir Consorzio di coop sociali che con il Politecnico ha presentato un progetto di recupero dell?ex Istituto Marchiondi realizzato da Vittoriano Viganò negli anni 50 e ora abbandonato – www.consorziosir.it
? Fondazione San Carlo Pensionati, case albergo, appartamenti, il diritto all?abitazione per tutti a Milano abita qui – www.fondazionescarlo.it
? Progetto Stadera Cooperativa sociale costituita da un gruppo di professionisti con competenze diverse, esperti in progettazione partecipata – www.abcitta.org
? Villaggio Barona La Cordata è una cooperativa di solidarietà sociale nata nel 1989 e impegnata nella realizzazione di un progetto educativo innovativo, basato sul valore della relazione, della residenzialità, dell?integrazione e dell?autonomia personale, nella lotta al disagio giovanile – www.lacordata.it

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