Mondo
Togo: una poltrona per due
Clamoroso annuncio del candidato perdente delle presidenziali togolesi: "sono il (vero) presidente"
“Togolesi, togolese, il vostro presidente vi parla, sì il vostro presidente, perché non abbiamo perso le elezioni presidenziali. Questa elezione presidenziale del 24 aprile 2005. Dovete saperlo per rimanere mobilitati”. Con queste parole rivolte alla stampa, Emmanuel Akitani Bob, candidato perdente delle elezioni presidenziali di domenica scorsa, ha dichiarato di essere il presidente della Repubblica togolese. L’annuncio è stato fatto 24 ore dopo l’annuncio del vincitore ufficiale della corsa presidenziale, il candidato al potere Faure Gnassingbé, figlio dell’ex dittatore Eyadéma.
Non c’è che dire, in Togo il clima politico ha preso dimensioni surreali mentre per le strade della capitale Lomé proseguono gli scontri, violentissimi, fra militanti dell’opposizione e le forze dell’ordine. Tra ieri e oggi, si sono contati undici morti e 95 feriti.
A ridosso di Akitani Bob, il Segretario generale del partito oppositore Unione delle forze di cambiamento (Ufc), Jean-Pierre Fabre, ha affermato che a Lomé la “mobilitazione popolare” si svilupperà contro il potere. “Non abbiamo altre strategie per il momento se non quella dela mobilitazione popolare. Questa si svilupperà e contagierà tutto il Paese” ha aggiunto Fabre. Altrettanto grave è stata la sua accusa rivolta all’Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale), colpevole di servire “gli interessi della Francia”, l’ex potenza coloniale del Togo.
Da parte sua, Parigi chiama “alla riconciliazione tra tutti i togolesi e all’avvio di un dialogo indispensabile per il futuro del Paese. (La Francia) appoggia l’impegno dell’Unione africana e dell’Ecowas per incoraggiare ormai la formazione di un governo di un’unione nazionale”.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.