Economia
Tobin tax all’italiana, un disastro annunciato
Per il presidente di Banca Etica Biggeri la nuova legge italiana non colpisce strumenti speculativi estremi come i derivati e lascia ampi margini di manovra agli operatori più spregiudicati. Saltata anche l'idea di utilizzare i proventi a fini sociali
Non c'è pace per la Tobin tax. La discussa legge che grava (seppur di una percentuale minima) le transazioni finanziarie è diventata realtà in Italia da poco più di due mesi (il 1° marzo 2013) eppure è riuscita già a scontentare tutti, in primis quelli che avevano sperato che i proventi di questa nuova imposta potessero essere utilizzati a fini sociali, come era stato proposto da diversi progetti di legge; il testo approvato, infatti, non contiene alcuna destinazione d'uso per i fondi, che quindi andranno semplicemente a rimpolpare le casse pubbliche. Ma è riuscita a scontentare ugualmente sia i fautori del mercato libero sia quelli che preferirebbero porre un limite alla speculazione selvaggia.
Tra i primi si annovera il presidente della Consob Giuseppe Vegas, che oggi ha detto che la Tobin tax "spiazza i mercati" e "penalizza l'operatività in strumenti derivati". Tra i secondi invece c'è il presidente di Banca Popolare Etica Ugo Biggeri, che vita.it ha intervistato.
Presidente Biggeri, se ci si mette anche lei a sparare su questa tassa, è finita. Perché non le piace?
Perché non è una vera Tobin tax, quindi è un disastro su tutta la linea. La tassazione che chiedevamo anche noi, come molti altri, avrebbe infatti colpiti strumenti come i derivati e altre forme estreme di speculazione, che invece la normativa italiana non sfiora nemmeno.
Il dibattito sull'utilità o meno della Tobin tax, però, è vecchio di anni…
Ed è irrisolvibile, se si continuerà a definire "Tobin tax" provvimenti all'acqua di rose come quello che ci ritroviamo ora. Per fare un esempio, se fosse stata in vigore una tassazione reale sui derivati, il gigantesco scandalo Mps non sarebbe successo. Una vera tassa sulle transazioni finanziarie ha come obiettivo primario quello di portare alla luce del sole operazioni speculative che normalmente viaggiano nell'ombra.
Chi ha interesse che i mercati rimangano opachi?
Non certo gli operatori della finanza etica, tanto per cominciare. I mercati poco trasparenti però piacciono anche a personaggi come gli evasori fiscali o a chi agisce per conto della criminalità organizzata. Quindi mi sembra che sussistano molti buoni motivi per chiedere a gran voce una regolamentazione reale che tolga dalla contrattazione privata elementi che possono essere molto, molto pericolosi.
In Parlamento tanti avevano proposto di creare una sorta di fondo sociale grazie al maggior gettito derivante dalla Tobin tax, ma l'idea è stata poi accantonata. Che ne pensa?
Se è per questo è stata accantonata anche l'idea di applicare esenzioni ai fondi etici, e sa perché? Perché il legislatore non è riuscito a dare una definizione normativa di fondo etico. Quindi niente esenzioni. Per Banca Etica non è un problema, perché i nostri fondi etici funzionano meglio degli altri, ma questo dà la misura di quanto questa legge sia inefficace e approssimativa.
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