Non profit

Tiriolo, dove il lavoro si crea con l’entusiasmo della comunità

In provincia di Catanzaro da una scoperta archeologica è nata Scherìa, cooperativa di comunità che ha scommesso sul rilancio dell'economia del paese. Tanto da arrivare a vincere il Premio Cultura di Gestione 2019, per la sezione innovazione sociale

di Anna Spena

Ne avevamo parlato un po’ di tempo fa di Tiriolo, il paesino in provincia di Catanzaro dove “l’economia è ripartita da un palazzo ritrovato”. Il comune era stato abitato dal popolo dei Brettii, che si erano stabiliti lì a partire dalla seconda metà del IV secolo avanti Cristo. Poi tre anni fa l’archeologo veneto Ricardo Stocco ha scoperto un palazzo: «L’episodio dello scavo ha profondamente coinvolto la comunità locale. Su quella scoperta dovevamo costruire una nuova economia. Siamo diventati Scherìa Comunità Cooperativa e continuiamo a creare posti di lavoro attraverso la cultura». La Cooperativa Scherìa – con il progetto Tiriolo Antica – un’iniziativa di rigenerazione e gestione del patrimonio culturale – ha vinto il Premio Cultura di Gestione 2019 – sezione Innovazione sociale.

Il bando nazionale premia i progetti e i modelli più innovativi nella gestione culturale. E ha l’obiettivo di identificare e incoraggiare le iniziative finalizzate allo sviluppo locale attraverso interventi di valorizzazione del territorio, di incremento e miglioramento dell’offerta culturale, di promozione integrata dei beni culturali, di coesione sociale, di riorganizzazione dei servizi ai cittadini, di ampliamento della fruizione pubblica.

«Non è stato facile né indolore, il percorso di questi tre anni», racconta l’archeologo Stocco. «Abbiamo dovuto superare diffidenze, scetticismi, dietrologie e attacchi pesanti. Ma credo di poter affermare che la strada è aperta, e il cambiamento è pienamente in atto, oggi».

Con il progetto TirioloAntica, la Cooperativa Scherìa ha dato vita a Tiriolo ad un'iniziativa di rigenerazione e gestione del patrimonio culturale che si qualifica come una reale occasione di crescita economica e sociale per il territorio. Grazie anche al forte coinvolgimento di altri attori, pubblici e privati, locali ed internazionali, l’azione messa in campo ha promosso l’implementazione di servizi innovativi, finalizzati ad intercettare un turismo responsabile, etico e attento alle peculiarità del territorio, ma soprattutto ha generato nella Comunità senso di appartenenza e riappropriazione di luoghi identitari sviluppando attorno ad essi un’immagine diversa e migliore di sé. Il progetto TirioloAntica si pone come esperimento innovativo per la caratterizzazione del soggetto proponente: una Cooperativa di Comunità, che opera con e per la Comunità tutta. «Il rapporto con il Comune», dice Ricardo Stocco, «si sta via via sviluppando e rinforzando, e cominciamo a poter parlare, quasi, di una vera partnership privato-pubblico».

L’obiettivo ultimo è quello di allargare i flussi turistici attraverso lo sviluppo di sistemi di comunicazione e valorizzazione del patrimonio storico-culturale; creare gruppi e luoghi di lavoro indirizzati sia allo studio ed alla ricerca, sia al coinvolgimento diretto della comunità nelle operazioni di manutenzione e gestione ordinaria del patrimonio culturale. «Una buona parte dei cittadini», continua Ricardo Stocco, «ha compreso che Scherìa è, per loro, una delle varie opportunità di contribuire attivamente al processo di trasformazione sociale, culturale ed economica della Comunità, attraverso nuove modalità di interazione e relazione fra i suoi membri. In tanti hanno poi cominciato a comprendere che la cooperativa di comunità non vuole sostituirsi alle varie realtà locali che già esistono, ma integrarsi con queste. E infatti Scherìa oggi è un luogo dove realizzare attività di formazione ed elaborare progetti partecipati per la creazione di servizi alla comunità o nuove imprese e per sostenere e sviluppare quelle già esistenti. E in molti, anche non soci, ci stanno provando, insieme a noi».

Tra gli altri progetti attivati fino ad oggi: «le Terre di Comunità/OrtoZero è un’idea imprenditoriale innovativa e comunitaria, prima di tutto perché finanziata dagli stessi membri della comunità. Un progetto che ha portato alla produzione di ortaggi a km 0 e contribuito a coltivare terreni abbandonato è stato un grande esempio per tutti: vedere che qualcuno fa qualcosa nell’interesse degli altri è stata la vera innovazione. In fondo, è stato come puntare i riflettori su contesti del quotidiano, davanti ai quali gli abitanti passano tutti i giorni: e sono tanti, i luoghi che, alla stregua di un sito o di un monumento culturale o di un terreno agricolo, hanno bisogno di cure e manutenzione continue. Anche questo progetto contribuisce in modo sostanziale a rafforzare la coesione sociale all’interno della comunità».

Oggi la cooperativa è concentrata sul Polo Museale Tiriolese, attraverso il progetto “TirioloAntica” appunto. «L’idea», spiega Stocco, «è quella di generare una nuova socialità all’interno della comunità attraverso la corretta valorizzazione e promozione di una straordinaria ricchezza culturale e naturale locale, superando la logica di processi socio-istituzionali chiusi e ripetitivi che, in passato, non hanno sicuramente aiutato i membri della comunità a credere fino in fondo nelle enormi potenzialità che il progettare e il lavorare insieme possono generare. Da qui l’adozione, da parte di Scherìa, di un’ottica integrata del piano di sviluppo, che prevede e consente di coinvolgere attori diversi (strutture ricettive, piccole aziende locali, botteghe artigiane, partners pubblici, etc.) e puntare a settori differenti (percorsi naturalistici, patrimonio storico-archeologico, laboratori e scuole esperienziali mirate a differenti target). Una strada ancora lunga e difficile, ma siamo fiduciosi e ci crediamo davvero».

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.