Famiglia

Tirana avrà nuovi aiuti ma blocchi gli scafisti

Case famiglie, Centri per bambini, sostegni a distanza: la ministra fa il bilancio dei progetti per l’Albania e rilancia. Ma a una condizione: basta con i clandestini

di Redazione

Che l?Albania rispetti gli accordi». In materia di cooperazione e aiuti allo sviluppo la ministra alla Solidarietà sociale, Livia Turco, è irremovibile. E il 21 dicembre scorso, durante una visita ufficiale a Tirana per inaugurare gli interventi umanitari contro povertà, disoccupazione e immigrazione clandestina realizzati dall?Italia, ha lanciato un preciso aut aut al premier Pandeli Majko: «La contropartita al rifinanziamento dei programmi umanitari è che spariscano scafisti e gommoni». I pericolossisimi mezzi con cui, dall?inizio dell?emergenza Albania, sono stati trasportati illegalmente sulle coste del Salento oltre ottocento bambini e minori non accompagnati. Bambini cui l?Italia ha dedicato la maggior parte dei programmi umanitari del ?97 ottenendo buoni risultati: sette case famiglie per minori abbandonati, venti centri per il doposcuola e quattrocento famiglie albanesi sostenute ?a distanza? da altrettante famiglie del Bel Paese. «Inoltre», ha dichiarato Livia Turco, «per i bambini è già stato attivato un progetto Unicef che ha lo scopo di ristrutturare asili nido e creare nuovi luoghi di incontro e gioco». Progetti che vanno ad aggiungersi a una casa di accoglienza per donne violentate, due programmi di sostegno imprenditoriale per le donne che vivono in zone rurali, un consultorio familiare a Valona, la Comunità di Capodarco per l?assistenza ai disabili e due comunità per il recupero di tossicodipendenti e ammalati di Aids. E in futuro che farà il nostro Paese per sostenere il difficile cammino dell?Albania e il suo sviluppo sociale e economico? «Nei prossimi anni», sostiene la ministra, «vorremmo fare un passo avanti rispetto a questi interventi di emergenza e aiutare quel Paese a costruire una sua politica sociale fatta di leggi e professionalità». Per il nuovo millennio, dunque, oltre ai finanziamenti, l?Italia metterà sul campo degli aiuti umanitari anche tante competenze che consentano al governo di Tirana di costruire una legislazione sociale. Insomma, buona volontà e mezzi non mancano. Ma la cooperazione, lo dice la parola stessa, si fa almeno in due. E all?Albania ora spetta impegnarsi per combattere l?immigrazione clandestina.


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