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Timor Est: Xanana Gusmao, primo presidente

Xanana Gusmao, 55 anni, ex leader della resistenza timorese, ha conseguito un largo successo ed è il primo presidente della Repubblica Democratica di Timor Est

di Redazione

Nessun colpo di scena alle elezioni presidenziali di Timor Est: Xanana Gusmao, 55 anni, ex leader della resistenza timorese, ha conseguito un largo successo ed è il primo presidente della Repubblica Democratica di Timor Est, che sarà proclamata ufficialmente il 20 maggio. Il 14 aprile, alla presenza di oltre duemila osservatori locali e internazionali, nelle 282 sezioni elettorali allestite sull’isola ha votato l’86,3 % dei circa 450mila elettori. I risultati ufficiali danno a Gusmao l’82,69 % dei voti e il 17,31 % al suo avversario, Francisco Xavier do Amaral. Secondo la Commissione Elettorale Indipendente, Gusmao ha superato l’80% dei consensi nel distretto di Dili, il più grande della nazione, riportando netta vittoria anche nei distretti di Los Palos, Viqueque, Covalima, Ainaro, Liquica, Manufahi, Ermera, Bobonaro e Oecussi. Migliaia di sostenitori sono scesi in strada a Timor Est per celebrare la vittoria dello storico leader. Secondo fonti locali di Fides, l’ampia vittoria di Gusmao servirà a controbilanciare il potere politico del Fretilin (Fronte Rivoluzionario di Timor Est Indipendente), il partito guidato da Mari Altakiri, attuale Primo Ministro. Nella sua corsa alla presidenza, Gusmao ha rifiutato l’appoggio del Fretilin, formando una coalizione di nove piccoli partiti di opposizione. Il Fretilin governa l’esecutivo di transizione, avendo conseguito la maggioranza (57%) alle elezioni dell’agosto 2001, che hanno dato vita all’assemblea costituente. La stagione politica di Timor Est comincia già sotto il segno di un conflitto tra il Fretilin, partito di governo, e il neo presidente Gusmao. Fonte di attrito – e problema chiave per il futuro di Timor Est – è la questione della riconciliazione nazionale. Gusmao, infatti, ha dichiarato che prenderà in considerazione l’ipotesi di un’amnistia per gli ex leader delle milizie pro-Jakarta, responsabili dei massacri che seguirono al referendum dell’agosto 1999. Il Fretilin rifiuta questo provvedimento e chiede che essi vengano regolarmente processati. Sull’isola opera una Corte mista con rappresentanti Onu e timoresi. Intanto a Jakarta un Tribunale ad hoc per i Diritti Umani – che sta processando i capi della guerriglia e ufficiali dell’esercito indonesiano implicati nei massacri – rifiuta di consegnare gli imputati al tribunale di Timor. Secondo alcuni osservatori, questo è un modo per garantirne l’impunità. Oltre alla via legale, Timor Est ha istituito una “Commissione di Accoglienza, Verità e Riconciliazione”, sul modello sudafricano, dove si raccolgono testimonianze spontanee dei colpevoli, che vengono indirizzati a lavori sociali, come la ricostruzione di scuole e ospedali distrutti. La sfida più difficile per il neoeletto presidente è risollevare la disastrata economia di Timor Est, ancora largamente dipendente dagli aiuti di paesi esteri e dall’Onu. All’inizio di aprile, Timor ha inoltrato domanda di adesione al Fondo Monetario Internazionale, mentre è imminente la sua ammissione ufficiale all’ASEAN, l’Associazione dei paesi del Sudest asiatico. Il 20 maggio, con la celebrazione dell’indipendenza, l’amministrazione Onu lascerà ufficialmente l’isola, con un passaggio di consegne operato dal Segretario Generale Kofi Annan. Commentando favorevolmente l’elezione di Gusmao, l’amministratore apostolico di Dili, mons. Carlos Jimenez Belo, ha detto a Fides che “l’atmosfera fra la popolazione è di pace e speranza. Tutti vogliono lavorare per la ricostruzione e lo sviluppo del paese. Spero che il nuovo presidente lavori per il bene comune”. Dopo le Filippine, Timor Est sarà la seconda nazione dell’Asia a maggioranza cattolica. Retaggio della colonizzazione portoghese, oltre il 90% degli 800mila abitanti professa la fede cattolica. In questa fase storica la Chiesa timorese lavora per la riconciliazione a livello culturale, organizzando seminari su temi legati al perdono e alla pace.


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