Politica

Ticket, dal Lazio una proposta di sistema

Escudere il pronto soccorso, se prescritto dal medico di famiglia

di Redazione

«Niente ticket per gli accessi al pronto soccorso prescritti dal medico di famiglia«. È la proposta elaborata congiuntamente da Mario Brozzi, Giuseppe Melpignano, Nicola Illuzzi, medici e consiglieri regionali della Lista Polverini. «Da cittadini, medici ed esponenti politici non condividiamo e non possiamo tollerare che i costi della sanità gravino sempre sulle fasce socialmente più deboli, come sembra debba avvenire ancora anche a seguito dell’ultima manovra finanziaria con l’imposizione di nuovi ticket per i pronti soccorso. Contro ripetuti balzelli, proponiamo nuovi modelli. Nel nostro gruppo stiamo elaborando un progetto di prossimità in grado di avvicinare territorialmente i servizi sanitari ai cittadini. In tale direzione, un primo fondamentale passo può essere quello di non far pagare il ticket a coloro che, necessitando di cure, si rivolgono, anziché all’ospedale, ai medici di base, ai quali spetterebbe il compito di prestare le cure del caso, se assimilabili a codici bianchi o verdi, oppure prescrivere l’accesso al Pronto Soccorso, in tal caso esentando l’utente dal pagamento del ticket. Una soluzione del genere, in un colpo solo – concludono – riuscirebbe a risolvere il problema dei pronti soccorso intasati, restituirebbe ai cittadini una sanità più a misura d’uomo senza costi aggiuntivi e affiderebbe ai medici di famiglia un ruolo di assoluta centralità».

Il plauso di FederazioneSanità. «Alcuni politici si ricordano per fortuna che sono possibili strade alternative» così Giuseppe Milanese, presidente di FederazioneSanità – Confcooperative commenta con soddisfazione la proposta dei consiglieri Melpignano e Brozzi a cui risponde favorevolmente anche la FIMMG. «In una situazione in cui il sistema sanitario si va “privatizzando” a spese dei cittadini, e in particolare delle fasce più deboli, con l’introduzione di ticket che colpirebbero momenti di bisogno».

«La strada proposta da FederazioneSanità è esattamente quella di un sistema in rete che, attraverso le cooperative che già operano nell’assistenza domiciliare e con il coinvolgimento dei medici di medicina generale e delle farmacie, costruisca intorno al cittadino un sistema assistenziale che favorisca il soddisfacimento dei bisogni e l’appropriatezza delle cure. Le cooperative di Confcooperative si rendono disponibili ad un tavolo tecnico per costruire percorsi che nella Regione Lazio – conclude Milanese – possono beneficiare di eccellenze e di imprenditorialità vera con esperienza ventennale».

 


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