Welfare
Tibet: i morti sarebbero cento
Pechino parla di dieci vittime e dà la colpa all'opposizione Per il governo tibetano in esilio i caduti sono 100: "Intervenga l'Onu"
di Paul Ricard
desso Pechino ammette che negli scontri di Lhasa ci sono stati dei morti. Almeno dieci dice l’agenzia Nuova Cina che attribuisce la responsabilità delle vittime ai manifestanti tibetani: “Le vittime sono tutte civili innocenti, bruciati a morte”. Tra loro vi sarebbero due dipendenti di un albergo e due negozianti. Ancora le stesse fonti parlano di un centinaio di negozi saccheggiati.
Ma il bilancio, secondo il governo tibetano in esilio a Dharamsala, nel nord dell’India, sarebbe molto più drammatico. I morti, soprattutto manifestanti, sarebbero cento. Nel darne comunicato, il governo in esilio ha chiesto l’apertura di una inchiesta da parte dell’Onu con l’invio immediato di rappresentanti a Lhasa che intervengano a porre fine alle numerose violenze cinesi che rappresentano violazioni continue dei diritti umani.
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