Welfare
Tibet, Amnesty: in Nepal no all’uso della forza letale
Il ministro dell'interno nepalese è disposto a vietare con le armi le proteste anti-cinesi all'arrivo della fiaccola olimpica nel paese. Ferma condanna di Amnesty
di Redazione
Amnesty International ha condannato oggi la minaccia, espressa dal ministro dell?Interno nepalese, di ricorrere ‘alla forza, comprese le armi da fuoco? per impedire proteste anti-cinesi? quando la torcia olimpica arrivera?, all?inizio di maggio, sul monte Everest. Le parole del ministro fanno seguito alla recente repressione, contraria alla Costituzione del Nepal, delle manifestazioni pro-Tibet, che ha causato l?arresto arbitrario di almeno 400 persone.
Amnesty International teme che il governo nepalese voglia estendere le operazioni illegali di polizia contro i tibetani presenti nel paese violando, in questo modo, i loro diritti fondamentali alla liberta? dagli arresti arbitrari, a un giusto processo e alla liberta? di movimento, espressione e riunione.
?Negli ultimi giorni, esponenti della comunita? dei rifugiati tibetani sono stati oggetto di misure particolarmente punitive, quali le minacce di deportazione in Cina, con l?obiettivo di ridurre al silenzio le loro proteste. Ora, la minaccia di ricorrere alla forza letale, rappresenta un?escalation inaccettabile? ? ha dichiarato Amnesty International.
L?organizzazione per i diritti umani chiede al governo del Nepal di garantire che le sue forze di polizia siano addestrate ed equipaggiate per impiegare metodi non violenti di controllo della folla prima di ricorrere, quando strettamente necessario, all?uso della forza. Le armi da fuoco devono essere usate solo come estrema risorsa, quando sono a rischio vite umane. Il governo del Nepal deve inoltre garantire che le forze di polizia siano soggette a regole rigorose riguardanti i metodi da utilizzare e siano vincolate a un sistema di controllo e monitoraggio del proprio operato.
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