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The Samaritans, la fiction africana sulle ong-fuffa

È andata in onda in Kenya una produzione indipendente che mette alla berlina le associazioni internazionali che vogliono "salvare l'Africa" ma non sanno come. Protagonista la fantomatica Aid for Aid. Il regista: «Mi sono ispirato alla realtà per far ridere e riflettere»

di Gabriella Meroni

Una ong che non fa niente, a parte riempire tweet e pagine facebook di parole vuote come  “fare la differenza”, “cambiare le cose”, “misurare l’impatto”. Un cinico direttore (bianco) catapultato “sul campo” a dirigere uno staff di stralunati collaboratori (colorati), progetti inesistenti, fuffa mediatica e soprattutto totale mancanza di valori, rispetto, etica e solidarietà. Sono questi gli ingredienti del primo “mockumentary” – una fiction tv satirica creata con l’intento dichiarato di prendere in giro – sul mondo delle ong internazionali. Particolare da non trascurare: è prodotta e realizzata in Kenya.

"The Samaritans” – questo il titolo – racconta le vicende della fantomatica organizzazione Aid for Aid (Aiuto per l’aiuto), la cui mission è “non fare niente”. Il set è l’ufficio dell’organizzazione a Nairobi, dove i cooperanti – diretti dal giovane americano Scott, figlio di madre cooperante e fresco di master a Stanford – passano la giornata a tentare di interpretare le richieste che arrivano dalla sede centrale londinese, scrivendo report e inventando hashtag da lanciare sul social media; lo scopo del loro agitarsi è ovviamente “salvare l’Africa”, ma nessuno sembra sapere realmente come, e quando arriva a sorpresa “la più grande donazione” della storia della ong, si apre la vera sfida: come usarla? E per fare cosa?

“In Kenya operano oltre 4000 ong registrate, e negli anni ho sentito raccontare molte storie esilaranti su di loro”, ha spiegato il creatore della serie, Hussein Kurji della Xeinium Productions di Nairobi. “Così quando mi hanno chiesto di scrivere una commedia per la tv, ho pensato di raccontare quel mondo”. E di storie Kurji ne sa veramente tante, come quella (assolutamente vera, e ripresa nella fiction) del club texano che organizzò un concorso a premi per salvare i rinoceronti, mettendo in palio un safari con caccia al rinoceronte (ecco il resoconto della CNN). “E’ una commedia, quindi si ride”, continua il produttore, “ma abbiamo anche voluto far riflettere su alcuni difetti che noi percepiamo come paesi destinatari degli aiuti: la sindrome del salvatore,  di cui il direttore della ong è un esempio, l’incompetenza, la scarsa trasparenza e chiarezza negli obiettivi… poi non tutte le ong sono così, infatti abbiamo introdotto nella serie un’altra associazione, rivale di Aid for Aid, che lavora seriamente. La mostriamo come contraltare per far capire che se si vuole, si può”.

La serie, andata in onda con enorme successo in Kenya a ottobre, continuerà fino al 2015 e i produttori (che l’hanno realizzata raccogliendo fondi con il crowdfunding) si stanno muovendo per venderne i diritti in tutti i paesi anglofoni. Certo che se si pensa che da noi è andato in onda il reality Mission…

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