Formazione

The Hours, per la Kidman più che per la Woolf

Recensione del film "The Hours" di Stephen Daldry.

di Giuseppe Frangi

C?è un solo motivo, ma più che sufficiente per non perdersi The Hours, il film di Stephen Daldry (regista di Belly Eliott): ed è la prestazione straordinaria della più grande attrice oggi in circolazione, Nicole Kidman. Con il naso rifatto per assomigliare di più alla protagonista della pellicola, cioè a Virginia Woolf, la Kidman strega anche solo con il suo sguardo. Lasciando da parte ogni elemento di appeal legato alla sua bellezza (in tutto il film ha l?aria sciatta del genio allo stadio terminale, con un grembiule che inghiotte un corpo magrissimo e senza forme), attacca tutta la sua recitazione al potere degli occhi e del volto. Sembra navigare in un vuoto, proiezione esteriore, in realtà, di un vuoto che è dentro di lei. Quel vuoto infatti la possiede, così la vediamo estraniarsi, per sprofondare nel mondo delle sue storie che corrono in parallelo alla vita, anzi incrociano la vita e ne cambiano il corso. Questa è l?idea del film, tratto dal best seller di Cunnigham che ha romanzato la vita della Woolf. Un?idea tutto sommato banale, che dà il diritto a esistere ad altri due personaggi, interpretati da due altre grandi star: Julianne Moore e Meryl Streep, reincarnazioni o creature della famosa scrittrice. Mirabile è l?abilità del regista nel gestire una storia complessa su tre piani. Ma se su un piano non ci fosse la magia della Kidman, il gioco sarebbe stato vano…


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