Mondo

Thailandia, dove non vola la pace

Giochi e numeri che non quadrano.

di Sandro Calvani

Oltre 120 milioni di origami a forma di colombe e altri uccelli per chiedere la pace nel Sud della Thailandia, Paese buddista e il più ricco del Sud-Est asiatico. Sono il risultato di una campagna popolare lanciata dal governo Thai per migliorare le relazioni col Sud musulmano, martoriato dalla violenza. Nei mesi scorsi le manifestazioni nelle piazze dei movimenti musulmani, che vogliono più autonomia, sono state represse da esercito e polizia. Particolarmente grave un incidente in cui un centinaio di manifestanti sono stati legati mani e piedi come salami e spediti a 120 chilometri di distanza, stivati come cadaveri nei camion. Sono arrivati morti soffocati e schiacciati dal peso dei corpi. Un video sulla vicenda gira in migliaia di copie clandestine ed è stato proiettato nelle piazze.
Un bel po? di voli dell?aeronautica militare non sono bastati per lanciare su villaggi e città del Sud 120 milioni di colombe di carta. Milioni di colombe che non hanno trovato un posto per volare sono state consegnate a destinazione, stivate nei vagoni della ferrovia. Per generare più interesse e buona accoglienza delle colombe è stato promesso un premio a chi avesse ritrovato un origami piegato e firmato dal primo ministro. Ma gli amministratori locali del Sud hanno commentato che per i musulmani non esistono animali simbolici e montagne di carta sporca sono solo tanta spazzatura in più da smaltire.
La Thai Airways ha adottato qualche centinaia di colombe origami per adornare i suoi aerei nel periodo natalizio. Appese al soffitto con un filo di nylon sono di buon auspicio. Ne ho chiesto una come ricordo, ma non l?ho ottenuta. La hostess si è scusata dicendo che sono contate e ne devono tornare negli hangar tante quante sono partite. Anche le colombe di carta che sono riuscite a volare sono divenute prigioniere. Forse hanno voluto essere solidali con quelle centinaia di giovani ammanettati e spariti, nelle campagne contro la droga nel centro del Paese e contro i disordini nel Sud. Non ne ho liberata neanche una, e non mi libererò mai del ricordo.

Sandro Calvani è dirigente delle Nazioni Unite. Quanto qui espresso non rappresenta necessariamente l?opinione delle Nazioni Unite

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