Cultura

Testimoni: un volontario accusa. Sos Lampedusa

La terribile estate dell’isola più amata dai turisti. Da gennaio sono sbarcati 3000 clandestini. Maurizio, medico e volontario: "Bombardiamoli di volantini, qui è peggio che da voi".

di Ettore Colombo

Quasi tremila sbarchi dall?inizio dell?anno. Un agosto rovente di caldo e di polemiche, con le carrette del mare che continuavano ad arrivare e il centro d?accoglienza che scoppiava. Ci mancava solo un allarme scabbia, subito rientrato, che ha fatto inferocire gli amministratori locali per la cattiva pubblicità: Lampedusa ha vissuto un Ferragosto da incubo. Ne sa qualcosa Maurizio Vinti, che di mestiere fa l?endoscopista ad Agrigento, ma tutti i mesi passa parecchi giorni sull?isola, per prestare servizio come volontario nella Croce Rossa italiana (cui ora si sono avvicendate le Misericordie). Lo fa da dieci anni, il volontario, ed ora ne ha quaranta, di anni, e l?ironia caustica tipica dei siciliani. è duro come una roccia d?isola, Vinti, e quello che odia più di tutti sono ?le anime belle?. «Ma che vengono a fare, questi clandestini, in Italia? Nel Nord, posso ancora capire. Ma in Sicilia e nel resto del Sud perché ci vengono? Ma non li vedono i telegiornali? Ma non lo sanno che sono mesi che viviamo senz?acqua, come topi di fogna, peggio di loro? Io non li capisco, anche se li compatisco, quando li vedo arrivare con quei quattro stracci addosso, i pantaloni e le camicie messe l?uno sull?altro, i pochi oggetti di valore raggomitolati in un pezzo di stoffa. Altro che i nostri emigranti degli anni Cinquanta con le valigie di cartone. Per questi è un lusso, il cartone. Guardi, l?unica misura seria che prenderei è distribuire volantini in tutte le lingue, dal curdo al senegalese, che dicano ? statevene a casa vostra, che qua finite peggio?». è un duro, Vinti. Di sicuro, non è ?politicamente corretto?. Anche se poi, scava scava, il cuore del volontario esce subito. «Solo quest?anno ne abbiamo salvati almeno cinquanta: prima rischiavano di morire di freddo, poi di caldo, a terra». In verità sono vivi perché esiste gente come il dottor Vinti, che non se ne lascia scappare mezzo. Il fatto è che a Lampedusa, oltre a tutti i problemi tipici di un?isola del Mediterraneo (acqua potabile, siccità), si aggiungono quelli di un pessimo rapporto con la regione Sicilia e, da almeno dieci anni a questa parte, quello dell?immigrazione clandestina. Si trova a sole 80 miglia marine dalle coste tunisine: una bazzecola per una barca a vela di quelle tanto di moda oggi, figuriamoci per gli ?scafisti?. «Per quelli vorrei la prigione a vita» dice Vinti, esasperato dal dover affrontare, ogni giorno, tanta disperazione, «se non la pena di morte». Le cifre, in effetti, sono impressionanti: dal 2001 sino al 31 luglio del 2002 sono sbarcati a Lampedusa 3.597 immigrati, di cui la gran parte, 2.920, solo quest?anno. «Faccia lei i conti per stabilire il trend dell?anno» sferza Vinti che nella Bossi-Fini vede una legge «buona, severa ma equilibrata. Impronte digitali comprese, sano principio di civiltà». Beh, veramente dottore?«Sa qual è l?unico problema vero, qua? Il centro d?accoglienza è troppo piccolo, ma se lo portano a 3mila posti, dai 1.500 che ha, addio turismo! L?unica vera risorsa. E allora sì che moriremmo di fame, sia noi che loro».


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