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Testamento biologico, solo il 20% non sa cosa sia

I dati presentati dalla Fondazione Veronesi testimoniano secondo Marino l'urgenza del provvedimento

di Redazione

Testamento biologico? Gli Italiani sanno in buona parte che cos’e’ e la stragrande maggioranza ritiene che debbano essere il malato, o un familiare, a decidere in merito alla sospensione dei trattamenti sanitari. E’ questo il quadro evidenziato da una ricerca dell’Ispo (Istituti per gli studi sulla pubblica opinione) per conto della fondazione Umberto Veronesi, presentata oggi durante il dibattito “Nessuno deve scegliere per noi”, organizzato a Roma all’auditorium della cassa forense. Secondo l’indagine, il 60% degli Italiani considera correttamente il testamento biologico come le disposizioni che una persona sottoscrive sui trattamenti sanitari, che desidera, o non desidera, ricevere nel caso in cui perdesse le proprie capacita’ di decidere autonomamente. Solo un 22% non sa cosa sia, mentre un 18% confonde il testamento biologico con l’eutanasia. Inoltre, alla domanda su chi debba decidere la sospensione dei trattamenti sanitari, il 47% indica il malato stesso, mentre un 22% il familiare. Appena il 5% attribuisce questa responsabilita’ al medico o a una commissione di esperti. Dati che confermano, secondo Ignazio Marino, presidente della commissione Sanita’ del Senato, “l’altissimo interesse della popolazione verso alcuni problemi della sanita’ che toccano le persone nella vita quotidiana”. Dunque, spiega il senatore, intervenendo al convegno della fondazione Veronesi, “a volte mi sorprendo quando si discute se ci sia bisogno di una legislazione in proposito. Credo che una legge su questo argomento serva”. Rimane il fatto che “ci sono diversi ostacoli alla discussione di certi problemi. Ostacoli- continua Marino- la cui natura proprio non capisco”.


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