Politica

Testamento biologico: il sì di Veronesi, il ni di Tonini

Si tratta di istituire un Registro italiano per il testamento biologico, sul modello dei Living will registry americani, di cui si fara' garante un comitato di giuristi

di Carmen Morrone

E’ questo l’ obiettivo del Comitato scienza e diritto della Fondazione Umberto Veronesi. A presentare la proposta e’ stato oggi lo stesso Veronesi insieme al presidente del Comitato, Maurizio De Tilla, anche presidente della Cassa forense. In occasione di una tavola rotonda sul tema del testamento biologico o volonta’ anticipate, che ha riunito a Roma vari giuristi, Veronesi ha rilanciato oggi l’ invito a riaprire il dibattito su questo argomento e sul diritto all’ autodeterminazione, ricordando che sono attualmente tre le proposte di legge in tema di testamento biologico oggi ”rimaste insabbiate”. L’ idea, hanno spiegato i giuristi vicini alla Fondazione, e’ quella appunto di creare una sorta di centro di riferimento per la raccolta dei testamenti biologici da parte dei cittadini interessati: la Fondazione si proporrebbe appunto come centro di riferimento, avendo come garante un comitato di giuristi. ”Non dobbiamo aspettare la prossima Eluana Englaro o un’ altra Terry Schiavo per riaprire il dialogo sull’ accanimento terapeutico e sul testamento di vita – ha affermato Veronesi – e sfugge al legislatore che oggi il prolungamento o l’ accorciamento della vita non sono valori in se’, ma lo sono in quanto assecondano il proprio progetto di vita”. Veronesi ha quindi sottolineato come la maggior parte dei malati e una percentuale sempre piu’ alta di popolazione sana ”e’ favorevole al principio dell’ autodeterminazione e ad un rapporto paritetico con il medico”. Facendo quindi riferimento al ruolo attuale della scienza, Veronesi ha affermato che ”di fronte a una medicina che estende sempre di piu’ le sue capacita’ tecniche, la gente sente il bisogno di riappropriarsi delle scelte che riguardano la propria esistenza e la sua qualita’ in ogni fase, compresa quella finale”. Fondamentale, secondo l’ oncologo, e’ dunque il principio delle volonta’ anticipate da applicare quando, per motivi gravi di salute, non sia possibile farle valere di persona: ”Certo – ha commentato Veronesi – e’ un principio di responsabilita’ della vita che pare in contrasto con quello della sacralita’ della vita; forse questo e’ il grande dilemma, che pero’ – ha precisato – non deve arenare l’ iter legislativo, negando un principio che non e’ in discussione, perche’ si basa sul diritto alla liberta’ personale riconosciuto dalla Costituzione italiana”. Al di la’ delle diverse posizioni ideologiche, Veronesi ha sottolineato come ”in fondo siamo tutti d’ accordo che il principio di autodeterminazione faccia parte di un bagaglio filosofico cui, nel mondo globalizzato di oggi, non possiamo piu’ rinunciare”. Il ruolo della medicina, ha ribadito Veronesi, oggi tende dunque ad essere in vari casi pervasivo e questo rappresenta uno scenario nuovo: ”In passato – ha detto – si temeva di morire anzitempo, oggi siamo nella condizione opposta e in alcuni casi ci sentiamo assediati dalla paura di dover vivere per un tempo dilatato e al di la’ di quanto riteniamo dignitoso. Dobbiamo togliere alla medicina e ai medici – ha concluso Veronesi – il diritto di decidere quanto si deve vivere con l’ obiettivo di riaffidare tale diritto al soggetto stesso”. Sì al testamento biologico e dichiarazioni anticipate di volonta’ a patto che questo non preveda una richiesta di eutanasia. E’ questa la posizione espressa dal card.Ersilio Tonini, che oggi ha partecipato alla tavola rotonda organizzata dal Comitato scienza e diritto della Fondazione Umberto Veronesi, proprio per riaprire il dibattito sul testamento biologico e presentare una proposta per l’ istituzione del primo registro in Italia per le volonta’ anticipate. ”Finche’ l’ individuo chiede nel testamento biologico quale assistenza e cure vuole ricevere e quali no – ha affermato Tonini – e’ libero di farlo, ma non si puo’ accettare che possa chiedere l’ eutanasia”. Secondo il Cardinale, ”lo Stato stesso non potra’ dare valore giuridico a tale richiesta rimanendo innocente”. ”Puo’ lo Stato ammettere l’ uccisione di un cittadino? Qui – ha commentato Tonini – non c’ entra la religione. Lo Stato non potra’ mai autorizzare la violenza rimanendo innocente, come nel caso di una eventuale autorizzazione dell’ eutanasia. Si dice che la malattia tolga la dignita’, ma dicendo questo – ha proseguito – si perde lo stesso concetto di dignita’ umana”. Tonini ha quindi sottolineato come la ricerca debba procedere: ”Qualcuno pero’ – ha sottolineato – deve ricordare che la vita e’ sacra; lasciate che ci sia qualcuno che abbia un’ altra voce e non pensate che per questo sia un nemico del progresso umano”. Quanto alla proposta di istituire un registro nazionale per il testamento biologico, Tonini ha espresso molte riserve in merito: secondo il Cardinale, infatti, il testamento biologico dovrebbe essere affidato ad un garante di fiducia e va sottolineato che tali disposizioni possono comunque essere ritirate in qualunque momento. Creare ”una sorta di concentrazione di tutti i testamenti – ha concluso – mi sembra un voler esaltare questa pratica”.


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