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Tesoretto: un’altra lettera per Padoa-Schioppa

Altri quattro esponenti della maggioranza presentano le loro idee per l'utilizzo dell'extragettito

di Gabriella Meroni

”Troviamo inaccettabile, anche socialmente, spostare ulteriori risorse dalla fiscalita’ generale verso la spesa previdenziale”. Lo scrivono, in una lettera aperta al governo pubblicata sul Corriere della Sera, quattro parlamentari dell’Unione: il presidente della commissione Affari Esteri al Senato, Lamberto Dini, Enrico Morando (Ds), presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama, il senatore diellino Antonio Polito e il deputato Nicola Rossi, ex Ds.

”Chi ha a cuore le ragioni dell’equita’ e la difesa dei piu’ deboli – proseguono i parlamentari – non puo’ che lavorare per un riequilibrio. Nelle politiche di bilancio (…) e nella spesa sociale, perche’ e’ essenziale che l’Italia faccia molto di piu’ per aiutare le famiglie con bambini, per innalzare le pensioni piu’ basse degli ultra-65enni, per accrescere le detrazioni a favore delle famiglie che si prendono cura di anziani non autosufficienti, pe dotare i lavoratori italiani di un sistema di ammortizzatori sociali”. ”Si tratta di interventi – dicono – che possono tutti prendere la forma di riduzioni della pressione fiscale e pienamente coerenti con quanto gia’ disposto per la destinazine delle risorse derivanti dalla lotta all’evasione all’art.1 della legge finanziaria 2007”.

Dopo aver dato indicazioni su scalone (”se ci sono le condizioni per modificarlo mediante l’utilizzo di risorse gia’ oggi destinate alla previdenza”, bene. Altrimenti, ”si proceda alla stesura di un preciso elenco dei lavori usuranti e si conservi in vigore, per l’universo dei lavoratori, l’innalzamento dell’eta’ pensionabile”) e revisione dei coefficienti (”il loro adeguamento a scadenza fissa (…) e’ una componente findamentale del metodo di calcolo contributivo”) , i quattro esponenti della maggioranza concludono: ”Il confronto in corso tra le parti sociali, a differenza di quanto mostrano di ritenere i ministri Mussi, Ferrero, Bianchi e Pecoraro Scanio nella loro lettera a Prodi, deve svolgersi dentro i confini definiti dal ministro dell’Eocnomia Padoa-Schioppa. Ed e’ compito di ogni parlamentare, nostro certamente, comportarsi di conseguenza”.

Appena pochi giorni fa il ministro dell’Economia era stat odestinatario, con Prodi, di un’altra missiva su Dpef da parte dei ministri Alessandro Bianchi, Paolo Ferrero, Fabio Mussi, Alfonso Pecoraro Scanio.


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